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Cronaca Centro Storico / Piazza dei Cavalieri

Il Dalai Lama a Pisa: "Il futuro appartiene ai giovani, possa essere il secolo della pace"

La guida buddista ha parlato in piazza dei Cavalieri di fronte a circa 3mila persone: "Non è possibile associare una religione alla parola terrorismo". Tra il pubblico anche Richard Gere

"Il futuro appartiene ai giovani. Il 21° secolo è nelle vostre mani, fate modo che questo possa essere il secolo della pace. Non copiate il pensiero e le modalità del secolo passato, che vedeva nella violenza e nella forza l'unico modo di risolvere i conflitti. Fate in modo di avere una visione olistica, basta sull'interiorità e sugli ideali". Lo ha detto questa mattina il Dalai Lama, in piazza dei Cavalieri, parlando di fronte ad un pubblico di circa 3mila persone, proveniente da tutta Italia e da diverse nazioni estere. Tra i presenti in prima fila, così come annunciato nei giorni scorsi, anche l'attore americano Richard Gere. All'incontro, dal titolo 'La mente umana e la rivoluzione digitale. Cambiamenti globali e futuro del pensiero e dell’educazione. I giovani incontrano il Dalai Lama', hanno preso parte anche circa 1100 studenti tra scuole elementari, medie e superiori della città e della provincia.

Video: 'In tremila per il Dalai Lama"

Viviamo in un secolo ricco di scoperte e innovazioni tecnologiche - ha esordito il Dalai Lama - ma questo ci ha davvero reso più felici? L'uomo è un essere intelligente ma mette la sua intelligenza al servizio di sentimenti negativi: conflitti, rabbia, odio. Il sistema educativo è ancora imperniato su valori materiali e quindi questo crea una cultura materialista, che non è in grado di sopperire al bisogno interiore. E' giunto il momento di cambiare corso. Di imparare a conoscere le nostre emozioni in modo da poter combattere queste malattie interiori come rabbia e violenza e sviluppare sentimenti positivi". Il Dalai Lama ha proposto quindi di inserire "nei nostri sistemi educativi lo studio della mente e delle emozioni".

"Siamo animali sociali - ha quindi proseguito la massima autorità del buddismo tibetano - e abbiamo bisogno degli altri. Per questo è necessario avere un approccio compassionevole, sviluppando sentimenti positivi, non macchiati dal pensiero del denaro e del possesso. Se riusciamo a fare questo le nostre azioni saranno giuste, se invece ci facciamo dominare dai sentimenti negativi questo si rifletterà su ogni gesto che noi compiamo".

Dalai Lama: l'incontro pubblico in piazza dei Cavalieri (foto di Tommaso Fabiani/PisaToday)

Sollecitato dalle domande del pubblico il Dalai Lama ha anche parlato del rapporto tra religione e terrorismo. "Non è possibile associare una religione alla parola terrorismo - ha continuato la guida spirituale - il terrorismo è qualcosa che fa male agli altri e se fa male agli altri, non è una religione. Allora non sei più buddista e non sei più musulmano. Un vero musulmano mai uccide, un vero buddista mai uccide. È sbagliato parlare di terrorismo islamico perché la gente si fa un'idea sbagliata".

"Siamo tutti uguali - ha poi commentato rispondendo ad una domanda di un'alunna delle scuole elementari che gli aveva chiesto se le donne potessero diventare guide spirituali - apparteniamo tutti all'umanità. La scienza sta dimostrando che dal punto di vista genetico le donne hanno una maggior propensione all'empatia e ai sentimenti positivi, per questo è importante che partecipino maggiormente ai problemi dell'umanita. Io sono un femminista e sono convinto che se i leader delle grandi nazioni fossero donne avremmo un mondo più pacifico".

L'intervento del Dalai Lama era stato preceduto dai saluti del sindaco Filippeschi. "Le diamo il benvenuto - ha detto il primo cittadino - nella nostra città. Salutiamo un nostro illustre cittadino onorario. Pisa ha una grande storia, è conosciuta nel mondo e questa piazza, piazza dei Cavalieri, fu la piazza civica ai tempi dello splendore medievale della città. Oggi vi si affaccia la Scuola Normale Superiore, simbolo nel mondo delle nostre università, degli studi scientifici e umanistici di grande tradizione e fondamentali per il futuro, perché dobbiamo coltivare l’ambizione di un’alleanza tra la scienza e i saperi e l’azione pubblica, la politica. Un’alleanza con la spiritualità, argine agli egoismi e alle violenze, allo smarrimento dell’uomo, oggi motore di responsabilità e d’impegno per il bene collettivo".

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