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Cronaca Santa Croce sull'Arno

Indagine concerie, Legambiente: "Imprenditori onesti doppiamente beffati"

L'associazione sottolinea la concorrenza sleale e il danno di immagine patito da chi si è impegnato nel rinnovare i cicli di produzione e chiede un generale ripensamento della filiera

Legambiente Valdera interviene sullo scandalo concerie e rifiuti, che da giorni ormai tiene banco nel dibattito pubblico. In particolare l'associazione, dopo aver ripercorso le vicende emerse secondo le ricostruzioni degli inquirenti che creano "grande preoccupazione" presso gli ambientalisti, rivolge la sua analisi verso il comparto produttivo. 

"Per fare un parallelo con il processo sui fanghi in agricoltura che si sta svolgendo in questo periodo a Pisa - si chiede Legambiente Valdera - come può un imprenditore serio non capire che quei 'conglomerati' costano meno di altri materiali (o non costano per nulla!) e credere che siano davvero riciclati?". Quindi il riflesso sul locale: "Il settore conciario è un settore molto importante ad alto valore aggiunto assieme a tutte le lavorazioni collegate del comprensorio. Negli anni sono stati fatti enormi passi in avanti nel recupero delle acque e nel risparmio energetico, soprattutto all’interno delle aziende. Molti progetti sono stati finanziati con denaro della Regione e/o con fondi europei; il dubbio atroce che ci assale oggi è che questi notevoli investimenti pubblici non siano finora riusciti a minimizzare l’impatto ambientale e sanitario di queste lavorazioni. Che sia stata solo una enorme operazione di Green Washing? (solo di facciata ndr)".

"Il pensiero poi - prosegue l'associazione - va a quegli imprenditori e a quei manager onesti (ce ne sono, ne siamo certi), per i cui sforzi di rinnovamento in questi anni l’inchiesta Keu cade come una mannaia, doppiamente beffati, dalla concorrenza sleale di chi ha perpetrato ecoreati e dal danno d’immagine di essere comunque associati al malaffare che sta emergendo. Per questo, ci auguriamo come associazione, che da questo frangente così drammatico per l’economia della nostra regione, nasca un generale ripensamento sui cicli produttivi che comportino gravi rischi per gli ecosistemi e la salute umana. Una grande rivoluzione degli stili di produzione, dal settore della concia a quello della depurazione, simile a quella che in modo endogeno decise di percorrere il settore vitivinicolo dopo lo 'scandalo metanolo'. Per chi avrà a cuore, oltre al mero profitto, il rispetto della salute umana e della casa comune (la biosfera), si sappia che avrà sempre e comunque Legambiente al suo fianco".

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