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Cronaca

Pisa tra le province meno sicure d'Italia: la reazioni

Le reazioni ai dati pubblicati lunedì dal Sole 24 Ore che vedono Pisa al decimo posto in Italia per numero di reati denunciati nel corso del 2016

Fa discutere l'annuale classifica del Sole 24 ore che vede Pisa tra le prime dieci province d'Italia meno sicure, con un totale di 5003 denunce ogni 100 mila abitanti e il decimo posto in graduatoria dietro Milano, Rimini, Bologna, Torino, Prato, Firenze, Genova, e Imperia. Il dato è relativo al 2016 ed è leggermente in calo rispetto all'anno precedente del 2,5%, molto meno però a confronto con l'andamento medio nazionale che si attesta su un valore del -7,4%. Sulla questione intervengono alcuni consiglieri comunali.

Sicurezza: Pisa è la decima provincia italiana per numero di reati

"Queste statistiche - afferma Ferdinando De Negri, capogruppo in Consiglio Comunale del Pd - confermano la tendenza a una lieve riduzione del numero complessivo di reati commessi rispetto all’anno precedente. La posizione elevata in classifica della nostra città per alcuni tipi di reati (furti, rapine) è simile non solo a quella di altri capoluoghi di provincia del centro-nord a forte vocazione turistica e con caratteristiche di città metropolitana (con università, centri di ricerca, ospedali di grandi dimensioni, ecc.), ma pure a quella di altre province toscane (Firenze, Lucca, Prato), suggerendo che il fenomeno possa anche avere una valenza territoriale. E’ evidente, ad ogni modo, che si debba continuare a lavorare sulla questione della sicurezza nelle città, sia aumentando il controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine, sia attuando interventi di riqualificazione urbana e promuovendo il coinvolgimento delle istituzioni e dei cittadini in progetti sociali che rendano i quartieri più vivibili”.

"C’è una diminuzione del numero di denunce - afferma invece Maurizio Nerini, capogruppo consiliare di Nap - forse perché nessuno più va a fare la denuncia, ma anche perché le persone si stanno organizzando spontaneamente per esempio con lo 'sguardo di vicinato' e con sistemi informatici. Ma Pisa al 10° posto in Italia dopo grandi città per la percentuale delle denunce la dice lunga  e il 'mal comune mezzo gaudio' a noi non va bene. Poi siamo ai vertici per furti e furti in attività commerciali e questo vuol dire che sono attività criminali standardizzate e mirate, compiute da personaggi spesso noti e per questo più 'affrontabili' di altre".

Nel mirino del consigliere di Pisa è, Giovanni Garzella, il ministero dell'Interno "che - afferma Garzella - a Pisa ha fallito e deve delle spiegazioni alla città. La sicurezza di un territorio deve essere garantita prevalentemente dai massimi rappresentati del Ministero sul territorio. Il Sindaco Filippeschi, in qualità di rappresentante del popolo, deve pretendere risultati in termini di efficienza ed efficacia. I cittadini da loro punto di vista attraverso la denuncia devono ancora incalzare le istituzioni. Pisa al decimo posto nella graduatoria delle denunce non può passare inosservato, sulla sicurezza molto è stato fatto, ma molto è ancora da fare”.

"Non si tratta certo di un bel risultato - afferma, invece, la consigliera Mirella Bronzini (Fi) - sono ormai tantissimi anni che denunciamo che il tema della sicurezza è un tema prioritario. La sinistra fa tanti proclami ma poco altro. I cittadini pisani denunciano, ogni giorno, degrado e insicurezza nella città. E’ necessario voltare pagina"

Sulla questione interviente anche il direttore di Confcommercio Pisa, Federico Pieragnoli che parla di "ennesima, triste conferma di quanto Pisa sia inadeguata rispetto alle necessità sotto il profilo della sicurezza". Pieragnoli non è per niente tranquilizzato nemmeno dalla flessione in termini percentuali del numero di crimini. "Sono sempre di più - afferma Pieragnoli - gli imprenditori e i cittadini che, vittime di un qualche reato, ormai del tutto scoraggiati, hanno rinunciato persino a denunciare. Sarebbe interessante conoscere e analizzare il dato sull'esito e il riscontro concreto di queste oltre 21 mila denunce all'anno che i pisani rivolgono alle autorità competenti. Purtroppo non si parla più di Daspo urbano - conclude il direttore - una misura da noi auspicata e che se fosse applicata integralmente da tutti i sindaci dei comuni della provincia costituirebbe un efficace deterrente ai malintenzionati".

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