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Cronaca Cisanello / Via Paradisa, 2

Influenza: niente boom accessi al PS, ma il clou deve ancora arrivare

Secondo i dati forniti dall'Azienda Ospedaliera Pisana non sono molti gli accessi al Pronto Soccorso di persone influenzate: i pisani hanno imparato che non è necessario andare in ospedale per curarsi

Situazione sotto controllo, l'epidemia di influenza in questo inizio di 2013 non sta intasando il Pronto Soccorso di Cisanello. “La media degli accessi giornalieri - spiega Massimo Santini, Direttore dell’Unità operativa di Medicina d’urgenza e Pronto soccorso dell’Aoup - si mantiene stabile sui 220-230, fra i quali non si segnala una prevalenza di casi di particolare virulenza legati al ceppo influenzale. Segno da un lato che il picco influenzale probabilmente non è ancora stato toccato nella nostra zona, e dall’altro che i pisani stanno imparando che non è necessario andare in ospedale per curarsi l’influenza, ma che nella maggior parte dei casi basta stare al caldo al letto e rivolgersi al medico curante”.

Quest’anno, a livello nazionale, si calcola che siano circa 1,5 milioni in meno le persone sottopostesi alla campagna vaccinale, il che dovrebbe esporre al rischio di contagio un maggior numero di soggetti. Tuttavia, almeno per il momento, l’andamento dell’influenza non sembra preoccupare infettivologi ed epidemiologi (dai dati della Simg-Società italiana di medicina generale, sono 200mila gli italiani allettati nella prima settimana di gennaio, 3,9 per mille assistiti).

“Per ora, nonostante la situazione sia in costante evoluzione - spiega Francesco Menichetti, Direttore dell’Unità operativa di Malattie infettive dell’Aoup - non ci sono particolari motivi di preoccupazione. La curva dell’epidemia stagionale di influenza è ora in incremento e raggiungerà presumibilmente il suo picco nella seconda e terza settimana di febbraio. I virus in circolazione sono i tre contenuti nei vaccini; al momento sembrano prevalere largamente le infezioni da virus influenzale B e si documentano anche casi da Virus A H3/N2 mentre soltanto sporadicamente viene isolato il  Virus A H1/N1 già protagonista nel 2009 dell’epidemia di influenza suina.  E’ oramai tardi per vaccinarsi e la campagna vaccinale è stata quest’anno gravata da inconvenienti correlati alla preparazione dei vaccini che hanno di fatto ridotto il numero dei vaccinati. E’ quindi importante che i medici di base considerino l’ipotesi influenza nelle sindromi febbrili respiratorie acute (febbre elevata oltre 38°C, sintomi respiratori quali tosse, raffreddore o mal di gola, e intense artromialgie con profonda astenia ed allettamento). Particolare attenzione dovrà essere rivolta ai pazienti a rischio elevato di complicanze non vaccinati (bambini, anziani, malati cronici): in casi selezionati dovrà essere preso in considerazione tempestivamente il trattamento con farmaci antivirali (oseltamivir). L’allarme suscitato dai 20 decessi di bambini negli USA e dall’elevato numero di casi documentati in grandi città (ad es.: Boston) non è giustificato in Italia ma è necessario, come al solito, tenere la guardia alta”.

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