Eccesso di zelo o resistenza alla multa: il caso del giovane fuggito dai controllori del bus al Cep
L'episodio è avvenuto la sera del 24 giugno, diverse ricostruzioni fatte dal comitato del quartiere e dall'azienda titolare del servizio
E' ancora tutta da chiarire effettivamente la vicenda di questi giorni, prima denunciata dal Comitato del quartiere del Cep, poi ricostruita, in senso opposto, dall'azienda del servizio di trasporto. Da un lato la segnalazione di un possibile eccesso di zelo di due controllori dell'autobus, che avrebbero inseguito un ragazzo sprovvisto di ticket, dall'altra invece una (contro) denunciata reazione di opposizione e fuga del giovane, fin dall'inizio, per arrivare agli insulti ricevuti dai due operatori da parte di più persone, tanto da dover essere costretti ad allontanarsi dal luogo dell'episodio.
La prima segnalazione del caso, con una "lettera aperta al Presidente di Autolinee Toscane e al sindaco di Pisa Michele Conti", è del comitato di quartiere, che a sua firma pubblica sulla pagina Facebook 'Vecchio Cep' la prima versione dei fatti, domenica 26 giugno. Era la serata di venerdì 24 giugno, quando "due operatori in divisa sono scesi dall'autobus di linea per rincorrere un ragazzo probabilmente privo del titolo di viaggio. Insieme a questo giovane si trovava un bambino. Sembra che il ragazzo abbia lasciato il piccolo in custodia a persone conosciute per continuare a sfuggire agli inseguitori che intanto lanciavano al suo indirizzo commenti di chiaro stampo razzista".
La risposta è arrivata ieri, 27 giugno, da parte di Autolinee Toscane. L'azienda in una nota dichiara "la propria piena e totale disponibilità al confronto sia con l'amministrazione comunale di Pisa che con il Comitato del Quartiere Cep di Pisa" e ricorda come consideri "totalmente estraneo alla propria cultura e mission aziendale e a quella dei propri dipendenti e collaboratori atteggiamenti, azioni e parole che possano apparire o siano discriminatorie nei confronti di qualsiasi essere umano. E che pertanto non ha, ne avrà, remore a perseguire chi eventualmente possa compiere atti di tale natura". Specifica inoltre che "i verificatori non sono dipendenti di Autolinee Toscane, ma dell'azienda Holacheck, che per Autolinee Toscane svolge mansioni di supporto, tra cui quella di verificare il possesso e i titoli di viaggio".
Così la palla passa al responsabile di Holacheck Amedeo Gubitosi, che ricostruisce così l'episodio, secondo quanto riferisce Autolinee Toscane nella sua nota: "Gli agenti accertatori incontravano a bordo bus un ragazzo presumibilmente straniero, sprovvisto di titolo di viaggio e lo invitavano a declinare le proprie generalità e/o un documento per l'elevazione della sanzione. Il trasgressore si rifiutava di collaborare, inveendo contro i verificatori, e alla prima fermata utile scendeva dal bus tenendo per mano un bambino che viaggiava con lui. Una volta scesi dal bus il trasgressore, sempre in compagnia del bambino, entrava presso una pizzeria poco distante dalla fermata continuando ad urlare e minacciare i verificatori. Gli stessi decidevano di contattare le forze dell'ordine e a quel punto dalla pizzeria usciva un uomo che iniziava ad ingiuriare e minacciare gli agenti accertatori".
"Nel frattempo - conclude sul punto la nota - altre persone cercavano di distrarre dall'adempimento del loro dovere i verificatori che vista la situazione e la mole di persone scese in strada contro di loro, impauriti, decidevano di allontanarsi. Non è stato possibile elevare la sanzione amministrativa e generalizzare la persona sprovvista di titolo di viaggio visto quanto raccontato sopra. In conclusione, i verificatori hanno agito nel massimo rispetto del regolamento e delle leggi vigenti in materia ed in relazione soprattutto al ruolo di Pubblico Ufficiale".