'Fino a qui tutto bene', Roan Johnson: "Siate ambiziosi, pazzi e mirate all'impossibile"
Il regista pisano, accompagnato dal suo maestro Virzì, ha incontrato mercoledì al Carmignani gli studenti per parlare del suo ultimo film. In un'Aula Magna gremita ha voluto lanciare un messaggio di speranza: "Non è ancora il momento di arrendersi"
Cinema, ma anche giovani e vita universitaria al centro dell''incontro che si è svolto ieri al Polo Carmignani. Protagonista il regista anglopisano Roan Johnson che, accompagnato da Paolo Virzì e dalla compagna-sceneggiatrice Ottavia Madeddu, ha presentato, in un Aula Magna gremita, la sua ultima fatica cinematografica: 'Fino a qui tutto bene', in uscita nelle sale il prossimo 19 marzo. Un film ambientato nella città della Torre e nato da un documentario, 'L'uva migliore' ("Il vino più buono - spiega il regista nel backstage del film - è quello che viene dall'uva che ha avuto dei problemi, dall'uva che ha in qualche modo sofferto"), commissionato dall'Università di Pisa.
"Ci erano rimasti addosso tutta una serie di aneddoti ascoltati mentre raccoglievamo il materiale per il documentario - racconta Roan Johnson - in particolare ci aveva colpito la voglia che dimostravano i ragazzi di non arrendersi di fronte alle difficoltà e il loro atteggiamento di sfida di fronte alle incertezze della vita". Da qui l'idea di realizzare un film che racconta gli ultimi tre giorni di convivenza di 5 studenti universitari arrivati alla fine di un percorso. "Un momento magico della vita - dice Johnson - che è quello in cui si studia e in cui si cresce imparando dai nostri sbagli. Volevamo fare un film ma non avevamo grossi mezzi a disposizione così ci siamo dovuti arrangiare e abbiamo messo su una sorta di 'armata Brancaleone' di giovani entusiasti".
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Un modello difficilmente replicabile secondo il regista pisano. "Per fare un film in così poco tempo e senza soldi a disposizione è necessario avere le idee chiare e tanto entusiasmo. Trovare i finanziamenti per il film avrebbe richiesto del tempo e noi non volevamo aspettare. Alla fine i risultati ci hanno premiato". Per tutta la durata delle riprese, quattro settimane in tutto, gli attori hanno praticamente convissuto insieme, dormendo all'interno della casa che fa da sfondo al racconto. Una convivenza che, per la troupe e il cast, in gran parte provenienti dall'Università di Pisa, ha aiutato a costruire e rafforzare l'atmosfera del film.
"In questo mestiere ci vuole anche un pò di culo - scherza il regista di 'Fino a qui tutto bene' e 'I primi della lista' - il mio è stato quello di incontrare Virzì". La carriera del regista pisano è infatti legata a quella dell'autore livornese, suo maestro, a Roma, al Centro sperimentale di cinematografia. "Roan voleva fare lo sceneggiatore - ricorda Virzì - ma io capii subito che, nonostante fosse pisano, aveva la stoffa del regista. Non era fatto per rimanere in penombra". Johnson esordirà poi alla regia dirigendo un episodio di '4-4-2 - Il gioco più bello del mondo' ambientato proprio a Pisa.
Poi la critica a 'Fino a qui tutto bene'. "Un film bellissimo - dice Virzì - pieno di amore, vita e struggimento". Virzì cita anche Cechov: "E un film in cui si parla molto - sottolinea il regista livornese - ma più delle parole ciò che ci colpisce è l'aria che il film fa respirare, una certa atmosfera allo stesso tempo ironica e malinconica". Una commedia che non ha paura ad apparire disimpegnata nella migliore tradizione del cinema italiano. "E' incredibile - prosegue Johnson - lo snobbismo di certa critica nei confronti di un genere che ha fatto la storia del nostro cinema".
Sul palco salgono anche Paolo Cioni e Guglielmo Favilla. "Due attori bravissimi - continua il regista pisano - che probabilmente dal prossimo film non mi potrò più permettere". "Qual è il consiglio che ti senti di dare a chi inizia questo mestiere?" chiede infine qualcuno dal pubblico. "Di provare a fare le cose - risponde Johnson - e di sbagliare anche. Siate ambiziosi, pazzi e mirate all'impossibile. E soprattutto, non arrendetevi mai".