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Cronaca

La Rete dei Comunisti aderisce al presidio organizzato da Usb

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

La Rete dei Comunisti aderisce e partecipa al presidio promosso dalla Federazione pisana dell’Unione Sindacale di Base per venerdì 11 settembre in Piazza XX Settembre, ore 17,30

Nel suo ultimo rapporto annuale l’Alto Commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr) parla di oltre sessanta milioni di persone nel mondo costrette a fuggire dal proprio paese, per trovare scampo e riparo da guerre economiche e militari. Un fenomeno che interessa tutto il mondo, ma che nell’area geopolitica euromediterranea sta progressivamente assumendo i connotati di un vero terremoto sociale, economico, politico e militare.

Sulle macerie dell’ex Jugoslavia, dell’Iraq, dell’Afghanistan, della Libia, dell’Ucraina, della Siria, dello Yemen si è costruita la catastrofe di oggi, che nessun mare, tantomeno muri di contenimento potranno fermare.

Siamo di fronte ad una situazione che evidenzia i limiti della teoria del “caos creativo”, applicata in tutti i fronti di guerra dall’Unione Europea, dalla NATO, sia per interposta persona: regimi fantoccio e truppe naziste in Ucraina, fondamentalisti islamici e contractors in Medio Oriente, tentativi di golpe contro i governi progressisti dell’Alba latinoamericana, ritorno alla guerra fredda contro Russia e Cina.

Le frontiere aperte in questi giorni dalla Germania sono chiaramente una boccata di ossigeno per le massi di disperati in fuga, che potranno cogliere un’opportunità creata dalla sofferenza loro e dal massacro di fratelli, figli, amici e connazionali meno fortunati.

La colonna sonora dell’Inno alla gioia con la quale sono stati accolti i profughi nelle stazioni tedesche, l’improvvisa bontà delle locali forze dell’ordine, ribaltano completamente ed in poche ore uno scenario finora insostenibile. Dietro quest’operazione non si cela un “sobbalzo di coscienza” di una classe dominante responsabile diretta del disastro sociale e umano al quale siamo di fronte, piuttosto il cambio congiunturale di strumenti di guerra, vista l’attuale debolezza di quelli della forza militare e della repressione, si usa ora a piene mani l’altra arma strategica nelle guerre contemporanee: quella mediatica.

È necessario rispondere a questo cinismo utilitarista con un progetto di rottura e trasformazione, del polo imperialista europeo, che per affermarsi deve strappare con la violenza territori, mercati, risorse materiali e umane agli altri poli imperialisti (USA, Giappone) e ai cosiddetti “capitalismi emergenti”: Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa.

Occorre rompere l’Unione Europea e costruire una nuova alleanza dei paesi del Mediterraneo, per fondare un sistema economico e di valori alternativo alla logica della competizione capitalistica.

La solidarietà con le masse sterminate di disperati che fuggono dalle aggressioni imperialiste è un elemento essenziale di questa lunga battaglia per l’emancipazione dalla guerra, dallo sfruttamento e dai mostri che essi producono: razzismo, xenofobia, nazi-fascismo.

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