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Cronaca Vecchiano

Lago di Massaciuccoli: intervento per rafforzare gli argini in caso di piena

Oltre un milione di euro per consolidare le sponde dello specchio d'acqua sia sul lato di Vecchiano che su quello di Massarosa. L'obiettivo è quello di rafforzare gli argini, rialzarli ed evitare le filtrazioni d’acqua quando il lago va in piena

Il Consorzio di Bonifica Versilia Massaciuccoli prosegue con l’opera di consolidamento degli argini del Lago di Massaciuccoli. A brevissimo saranno completati altri due lotti di lavori, su quasi quattro chilometri di argini dal lato di Vecchiano e di Massarosa per un totale di 1,1 milioni di euro.

Entrambi i lavori, seppur eseguiti in modo diverso, sono stati realizzati con l’obiettivo di rafforzare gli argini, rialzarli ed evitare le filtrazioni d’acqua quando il lago va in piena.

“Due nuove opere necessarie per la sicurezza dei bacini di Quiesa e Massaciuccoli e quindi per le abitazioni e le campagne - spiega Fortunato Angelini, commissario del Consorzio Bonifica Versilia Massaciuccoli - insieme agli altri interventi già realizzati in passato a Portovecchio e Botolo, negli ultimi 10 anni il Consorzio è intervenuto su oltre 6 chilometri di arginature. Un forte impegno con finanziamenti regionali di oltre quattro milioni di euro, per migliorare la stabilità arginale a protezione delle zone di Massarosa, Quiesa, Piano del Quercione e l’area produttiva di Montramito, tutti territori che rimangono sotto il livello del lago, per i quali è necessario garantire la massima stabilità delle arginature”.

Sul fronte di Massarosa, il lavoro ha interessato un chilometro e mezzo in località ‘la Cava’. Qui gli argini sono stati tutti rialzati fino alla quota di sicurezza di 1,20 metri e rivestiti con grossi massi naturali. Per maggiore sicurezza il tratto di argine del canale Burlamacca è stato rinforzato con delle palificate in tronchi di castagno e palancolati in legno. Accanto agli argini è stata realizzata una pista con materiale stabilizzato per il transito dei mezzi.

A Vecchiano invece si è lavorato per 2 chilometri. L’argine è stato prima sbancato e scavato e nella parte centrale è stato ricreato un nuovo nucleo largo due metri con materiale argilloso. “L’argilla è impermeabile all’acqua e quindi un ottimo materiale per impedire le filtrazioni che indeboliscono l’argine in caso di piena" spiega Angelini.

Una volta creato il nuovo nucleo, l’argine è stato rivestito di terra, compattato e riportato alla giusta quota. Al termine dei lavori verranno ripristinati i punti di rilevamento topografici che il Consorzio ha installato con l’Istituto Geografico Militare per monitorare gli argini e verrà steso un telo in juta biodegradabile per favorire nuovamente la crescita dell’erba.

 

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