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Cronaca

Le donne e “l’attività professionale a casa”: questo il tema al centro del volume di Sandra Burchi “Homeworkers"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Le donne e “l’attività professionale a casa” nell’era postindustriale. “Homeworkers, biografie lavorative dallo spazio domestico” è il titolo dell’interessante ricerca firmata da Sandra Burchi (docente al Dipartimento di scienze sociali dell’Università di Pisa) e pubblicata grazie a un’iniziativa di collaborazione tra lo stesso Ateneo e l’assessorato alle politiche occupazionali della Provincia. Lo studio - prendendo le mosse da un approccio metodologico incentrato su una serie di interviste a persone la cui condizione è testimonianza diretta dello “spaccato” sociale che è oggetto specifico di questa indagine - presenta un ampio ventaglio di spunti di conoscenza e di riflessione sulla realtà del “lavoro a casa”: sul suo significato, sui cambiamenti che l’hanno interessata negli ultimi anni, sulle implicazioni che comporta a livello di interferenze con la sfera relazionale, privata e non. “Tra gli aspetti più interessanti”, sottolinea l’assessore provinciale all’occupazione Anna Romei, “quello della molteplicità dei risvolti (alcuni positivi, altri negativi) introdotti dall’espansione dell’area ‘homeworking’ nella vita delle persone. Da un lato, infatti, la manifestazione del fenomeno in sé è indice della frammentazione delle tradizionali categorie di organizzazione delle professioni (con tutto ciò che ne consegue in termini, ad esempio, di ritardi legislativi nel riconoscimento delle nuove tipologie di attività: tutele, diritti ecc); e ancora, sempre in termini di ‘ombre’, lo sviluppo dell’operatività ‘individuale e isolata’ estremizza quelle situazioni di ‘solitudine’ che sembrano essere la cifra di questi anni, segnati da una profonda disgregazione dei legami umani. D’altra parte, però, le possibilità offerte dalle moderne tecnologie costituiscono un grimaldello con il quale aggredire sia le difficoltà contingenti di una mancanza di opportunità d’impiego dovuta alla crisi in corso, sia le difficoltà storiche connesse all’endemica prevalenza della porzione femminile rispetto al totale della disoccupazione nel Paese”. Su tutto, comunque, l’esigenza di ripensare velocemente la cornice normativa del ‘lavorare oggi’: l’alternativa sarebbe consegnare un sottobosco permanente di prestazioni dai contorni incerti agli abusi inevitabili da parte delle ‘piraterie datoriali’ più spregiudicate e ciniche. Il volume “Homeworkers”, presentato nei giorni scorsi al consiglio provinciale, costituisce uno dei diversi sudi realizzati dalla stessa Provincia in collaborazione con la facoltà di Scienze Politiche dell’Università, nell’ottica di pervenire a una più puntale comprensione delle tendenze sociali in atto, per poter cercare di intervenire nella loro dinamica a fini di miglioramento delle condizioni sociali generali della comunità.
 

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