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Cronaca Ospedaletto

Legambiente: "L’inceneritore inquina, l’inceneritore non è la soluzione"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

La linea 2 dell’inceneritore di Ospedaletto ha superato i limiti di emissione di diossina ed è stata chiusa in attesa “approfondimenti” ed eventuali “manutenzioni particolari”, avverte l’assessore provinciale all’Ambiente Valter Picchi. Non è la prima volta che questo vecchio inceneritore dà problemi, tanto che sono previsti ingenti investimenti per farlo sopravvivere qualche anno. Ma non è questa la via per la definitiva soluzione del problema rifiuti e per la garanzia per la salute dei cittadini.

Le provincie di Livorno, Pisa, Lucca e Massa-Carrara da tempo avrebbero dovuto approvare un piano interprovinciale per la gestione dei rifiuti soli urbani, ma ne siano lontani. Nel settembre 2012 è stata presentata una bozza, ma non è stata neanche discussa. Del resto questa bozza non ci fa stare tranquilli: contiene una approfondita disamina della situazione attuale e proposte articolate per tutte le fasi di raccolta e smaltimento, ma, alla fine, prevede un grande inceneritore di oltre 400.000 tonnellate/anno nei pressi di Livorno.

È possibile, invece, abbandonare questa via con una decisa politica rivolta alla riduzione dei rifiuti (ad esempio meno imballaggi e più lungo ciclo di vita dei prodotti), al riuso, a una raccolta differenziata domiciliare e impianti di selezione che consentano il massimo recupero di materia. Alla fine i rifiuti da smaltire saranno in quantità minime e potremo scegliere la tecnologia meno inquinante. Se prevediamo nuovi inceneritori, destiniamo ingenti capitali a impianti voraci che chiederanno di essere nutriti di rifiuti, in contraddizione con l’obiettivo di ridurne le quantità. Senza dimenticare le diossine e il 30% della massa dei rifiuti che, dopo la combustione, avrà bisogno di una discarica.

Legambiente Pisa considera con attenzione le parole del dottor Fabrizio Bianchi del C.N.R di Pisa che, mentre raccomanda di evitare allarmismi, ricorda anche che le diverse diossine emesse dagli inceneritori sono classificate come “tossiche o molto tossiche o  cancerogene”. Anche per questo motivo chiede alle amministrazioni provinciali di arrivare rapidamente a una decisione e che questa sia saggia e lungimirante. Ricordiamo, ad esempio, che Legambiente ha aderito alla raccolta di firme per la proposta di legge popolare “Rifiuti zero” che prevede le molte misure necessarie, come quelle mirate alla riduzione della quantità dei rifiuti prodotti, alla separazione tra le società di raccolta e quelle di smaltimento, a una moratoria nella costruzione di nuovi inceneritori. Sono buoni  consigli.

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