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Cronaca

Esternalizzazioni Toscana Aeroporti, Carrai: "Non metteremo a rischio i posti di lavoro"

Il presidente della società aeroportuale: "Dobbiamo sottostare ad una direttiva europea, cercheremo una soluzione il più possibile condivisa"

Sulla questione del piano di esternalizzazione dei servizi di Toscana Aeroporti riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera del presidente della società, Marco Carrai.

"Toscana Aeroporti sta vivendo un periodo di grandi cambiamenti e di forte crescita. Siamo nati solo 2 anni fa, con la fusione delle società di gestione dei due aeroporti di Firenze e Pisa, e fin da subito abbiamo preso l’impegno che non un solo lavoratore sarebbe rimasto a casa. Impegno che, senza timore di smentita, possiamo dire di aver mantenuto. Anzi, grazie alla crescita del traffico passeggeri, dal 2015 a oggi i posti di lavoro sono aumentati del 9,6%. Crescere significa anche dover affrontare scelte strategiche importanti, che consentano di gestire i cambiamenti mantenendo alto il livello dei servizi, la soddisfazione dei clienti, la sicurezza delle operazioni, ma allo stesso tempo la qualità e le garanzie delle condizioni di lavoro, assicurando allo stesso tempo la sostenibilità economica delle attività. Significa anche entrare nel gruppo degli aeroporti che devono sottostare a nuove regole.

Una Direttiva europea impone agli aeroporti con traffico superiore ai 2 milioni di passeggeri di disporre “il libero accesso al mercato della prestazione di servizi di assistenza a terra a terzi”. Toscana Aeroporti è rimasta oggi una delle ultime società di gestione aeroportuale ad erogare direttamente tali servizi. La stessa Enac ci ha comunicato l’obbligo di costituire rapidamente una società separata dedicata alle attività di handling. Nessuna intenzione, quindi, di eliminare 800 posti di lavoro (come qualcuno, strumentalmente, ha purtroppo sostenuto) ma l’esatto opposto. Avendo chiaro l’obiettivo di mantenere, se non aumentare, i livelli occupazionali, ci impegneremo a selezionare un partner specializzato a cui cedere le attività, in grado di garantire la stabilità dell’impiego, la qualità dei servizi e la sicurezza delle attività.

Quanto appena descritto è stato condiviso ed approvato dal Consiglio di Amministrazione della Società e prospettato alle Organizzazioni Sindacali lo scorso 25 settembre. Abbiamo cercato l’avvio di un percorso da intraprendere insieme, come è sempre accaduto, affinché si giunga ad una soluzione possibilmente condivisa. Non è nostra volontà, infatti, sottrarci neppure questa volta al confronto con i dipendenti e con le rappresentanze sindacali. La presentazione pubblica di tali proposte va proprio nella direzione della massima disponibilità al confronto e alla trasparenza. Il nostro impegno rimane quello di non mettere a rischio alcun posto di lavoro. Ma per farlo, da società di gestione aeroportuale, il modo migliore è quello di portare a compimento il piano investimenti di Toscana Aeroporti, con la realizzazione del nuovo terminal a Pisa e della nuova pista a Firenze, in grado di generare uno sviluppo tale da garantire non solo il livello attuale di occupazione, ma una crescita straordinaria e duratura di nuovi posti di lavoro in tutte le diverse attività aeroportuali.

Autorevoli persone hanno parlato di licenziamenti, di esuberi annoverandoci da una parte tra le società in crisi dall’altra tra quelle che pur facendo molti utili sono insensibili alle esigenze dei lavoratori. Forti del fatto che la nostra società non è affatto in crisi ma anzi come testimoniano i recenti risultati approvati della semestrale sta collezionando record su record in termini di passeggeri e risultati economici finanzieri, è la seconda accusa quella che per noi è intollerabile. Noi non abbiamo esuberi da fare e neppure tantomeno licenziamenti in atto. Noi, forse unici in Italia, abbiamo fuso due Società ciascuna autosufficiente dal punto di vista del personale impegnandoci però a non licenziare nessuno. Abbiamo rispettato questo impegno e sfido chiunque a dire il contrario. Anzi abbiano fatto di più: abbiamo aumentato il personale. 

Se dobbiamo scorporare il servizio Handling non è per una alzata di testa di qualcuno o per la voglia di aumentare anche di più i risultati finanziari, ma perché una direttiva europea ce lo impone e la Legge, dovrebbero saperlo tutti istituzioni comprese, si rispetta. Non si tratta né di licenziamenti né di esuberi, ma solo di entrare a far parte di un’altra Società che, questo è il nostro impegno, e gli impegni li rispettiamo, sarà altrettanto solida. Il resto è propaganda e a noi questa non interessa, ma credo non dovrebbe interessare neppure i lavoratori che troveranno in noi sempre un baluardo".
 

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