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Mercoledì, 22 Marzo 2023
Cronaca Camp Darby

Camp Darby, la Cisl va avanti: gli States in tribunale

Il prossimo 27 settembre è stata fissata l'udienza sul presunto comportamento antisindacale del Governo americano: nella vicenda degli esuberi di personale non sono stati chiamati in causa i sindacati

E' andata avanti la Fisascat Cisl e ha trascinato il Governo americano dritto in tribunale per comportamento antisindacale nella vicenda degli esuberi di Camp Darby, dove appunto sarebbe mancato il confronto con i sindacati. Così il prossimo 27 settembre, davanti al giudice del lavoro Elisabetta Tarquini di Pisa, si svolgerà l'udienza.

"Secondo i legali Umberto Cerrai, Agnese Bertini e Chiara Serradimigni, promotori del ricorso - spiega la Cisl - il Governo Usa in tutta la vicenda avrebbe adottato un comportamento antisindacale e per questo motivo, in ottemperanza all'articolo 28 dello statuto dei lavoratori, anche i licenziamenti dovrebbero essere revocati. Il sindacato non è stato preventivamente coinvolto nella verifica della reale sussistenza delle cause che avrebbero prodotto gli esuberi del personale e nella verifica della consistenza, non solo numerica, di tali esuberi. Ed è stato completamente escluso dall'individuazione e dalla scelta del personale da licenziare. Così facendo il Governo Usa ha compromesso il ruolo e la funzione che la contrattazione collettiva e la legge riconoscono al sindacato".


Intanto, dopo l'incontro in Regione, interviene anche la Cgil che giudica positivamente la riunione e "l'impegno delle istituzioni" e ribadisce "la richiesta di rispetto delle procedure di legge previste per i licenziamenti collettivi in quanto non vige il principio dell'extraterritorialità e quindi trova applicazione la legislazione dello Stato italiano". Infine, la Cgil dice di avere "apprezzato l'atteggiamento di attenzione e ascolto del console Usa in Italia" e auspica "che questo si traduca nella volontà fattiva di un confronto con tutti i sindacati finalizzato all'individuazione e attivazione di strumenti alternativi ai licenziamenti e ai trasferimenti forzati a partire dall'utilizzo degli ammortizzatori sociali, con l'obiettivo condiviso della salvaguardia dei livelli occupazionali". (fonte Ansa)

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