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Misericordia, i sindacati non ci stanno: "Questo caso crea un pericoloso precedente"

Dopo la decisione dei vertici dell'Arciconfraternita di procedere con il licenziamento di 39 dipendenti, i sindacati continuano nella loro protesta e chiedono alle istituzioni "di battersi per evitare questo scempio"

Continuano le tensioni intorno alla vicenda dei licenziamenti di 39 lavoratori della Misericordia di Pisa, dopo l'annuncio del governatore Luigi Marchetti di inviare le lettere di licenziamento. "Noi non saremo corresponsabili né complici di questa vergogna. E chiediamo alle istituzioni locali, ai partiti politici ma anche alle autorità morali del territorio di battersi per evitare questo scempio incomprensibilmente deciso unilateralmente dai vertici della Misericordia di Pisa" ha detto il segretario provinciale della Cgil, Gianfranco Francese, esprimendo una posizione condivisa anche da Cisl e Uil.

''Il metodo adottato dalla Misericordia - hanno aggiunto i sindacati - deve essere respinto e fermato perché creerebbe sul territorio una giungla nelle crisi aziendali e un pericoloso precedente. Non è possibile accettare silenziosamente la volontà perseguita con pervicacia di licenziare senza ricorrere agli ammortizzatori sociali previsti e che vanno dai contratti di solidarietà alla cassa integrazione in deroga''. Per questo, ha sottolineato Renzo Rossi, segretario provinciale della Uil, ''chiediamo alla Misericordia di ripensarci e di non inviare le lettere di licenziamento e alla Regione di riconvocare subito un tavolo di trattative''.

Infine, il segretario della Cisl, Gianluca Federici, ha criticato ''il silenzio su questa vicenda mantenuto troppo a lungo anche dall'arcivescovo di Pisa''. E Francese ha concluso: ''Se il Papa parla spesso di dignità del lavoro e dei lavoratori ci aspettiamo poi che questi principi siano applicati concretamente dalla Chiesa e dalla sua dirette emanazioni come la Misericordia''.
 

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