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Cronaca

Mancanza di aule e carriere Alias: occupato il Liceo Dini

Agitazione a scuola, gli studenti rivendicato spazi idonei e più attenzione ai diritti

Gli studenti del Liceo Dini abbiamo occupato la scuola. L'azione è scattata stamani, 16 novembre. Troppe le criticità, fra pandemia e questioni civili. "L'inizio dell'anno scolastico è stato accompagnato dall'emersione di varie problematiche, fonti di un evidente disagio generale che ci ha portato a questo forte atto di disobbedienza civile" raccontano gli studenti in una nota riportata da Riscatto. L'aspetto primario, come noto in molte scuole per l'emergenza pandemica, è la mancanza di aule: "Ben 10 - scrivono - tema di competenza della Provincia che già da giugno scorso era al corrente del fatto che nel nostro liceo e ai licei Carducci e Buonarroti mancassero delle aule".

E' così che "è stato deciso di convertire due laboratori e l’aula magna in classi, e di variare l’orario ordinario, alternando giorni da 6, 5 e 3 ore giornaliere, difficili da sostenere mentalmente e fisicamente e creando notevoli difficoltà agli studenti pendolari". Una soluzione funzionale non è mai emersa secondo gli studenti: "Ne abbiamo abbastanza di tutto questo menefreghismo, di tutte queste chiacchiere e promesse, abbiamo bisogno di soluzioni immediate ed efficaci, non possiamo e non vogliamo abituarci a questa organizzazione oraria".

Poi gli aspetti sociali. "E' stata negata l'attivazione della carriera Alias ad un ragazzo transessuale (la carriera alias è un progetto che prevede un profilo burocratico alternativo e temporaneo, a sostegno delle studentesse e degli studenti transgender, che permette di sostituire il nome anagrafico con quello adottato) che non si sentiva totalmente accettato e rispettato dai docenti. Quando è stato chiesto il motivo di questa decisione - raccontano gli studenti - la preside ha risposto che la scuola non è pronta e che il progetto potrebbe 'turbare la sensibilità di un gruppo di docenti' e che 'non rispetta le loro idee', idee che vanno ad intaccare la libertà e il benessere di alcuni studenti. Tutto ciò è molto grave ed un cambiamento di mentalità è necessario. Dopo alcune riflessioni, però, la dirigente si è dichiarata favorevole al provvedimento, promettendo di proporre tale iniziativa nel prossimo CDI, sebbene ritenga necessario un lungo 'percorso di sensibilizzazione' dei docenti. Non siamo sicuri se la carriera Alias verrà avviata o meno e anche in caso positivo sicuramente la vicenda andrà molto per le lunghe, assecondando una forte ingiustizia ed evitando di mettere subito fine a questo disagio".

Per affermare questi diritti "daremo ciò che questa scuola non riesce a darci e lotteremo finché non otterremo tutto quello che vogliamo. Ci teniamo a sottolineare che gli studenti occupanti dovranno assolutamente rispettare le norme legate all'emergenza Covid, con obbligo di mascherina e distanziamento all'interno dell'edificio scolastico. Potranno entrare solo gli studenti muniti di Green Pass e chi ne è sprovvisto dovrà effettuare un test rapido all'ingresso effettuato da un operatore sanitario".

Rifondazione Comunista è solidale con gli studenti: "Ci uniamo a loro per denunciare l'inazione delle istituzioni provinciali rispetto alla carenza di aule, con conseguenti disagi negli orari scolastici, ma anche per invitare la dirigenza ad avviare al più presto un percorso di riconoscimento delle carriere Alias per alunni e alunne transgender, accompagnato da un’adeguata formazione per i docenti oltre che per le classi. Da tempo segnaliamo il problema delle carenze di aule nelle scuole del territorio. La Provincia di Pisa, competente per l’edilizia delle scuole superiori, non ha mosso un dito per anni. Soprattutto nell'ultimo anno e mezzo, con l'emergenza, tutto è rimasto fermo (anche il recupero dei locali dell’ex biblioteca provinciale attigui al Buonarroti) mentre era il momento di agire. Solo a inizio settembre si sono mossi. Le recenti proposte della Provincia, di usare spazi a Ospedaletto o i capannoni di via dei Condotti nell’ex area mercatino ascianese, sono irricevibili: sono locali non immediatamente disponibili, troppo lontani dalle sedi centrali e anche situati in zone pericolose per la viabilità su motociclo, come nel caso di via dei Condotti".

Foto da Facebook Riscatto

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