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Cronaca

Macchinario per la radioterapia vecchio: "Si guasta spesso e devo saltare le sedute"

La denuncia di una paziente colpita da tumore al seno. L'Aoup rende noto che sta cercando di risolvere da tempo tale criticità con soluzioni transitorie

Un macchinario che si guasta spesso e che non permette ai pazienti di curarsi con regolarità. E' quanto succede all'ospedale Santa Chiara di Pisa dove l'acceleratore lineare utilizzato nelle cure di radioterapia è obsoleto e non funziona molto spesso, costringendo i malati oncologici a dover saltare alcune delle sedute settimanali previste nel ciclo terapeutico.

A segnalare il caso all'Agenzia Dire è una paziente colpita da tumore al seno. A febbraio si è sottoposta a un intervento e da meno di un mese ha iniziato un ciclo di radioterapia. "Da allora - sottolinea - dovrei svolgere cinque sedute settimanali, di fatto tutti i giorni tranne il sabato e la domenica perchè chiude il reparto. Ma il macchinario si rompe frequentemente". I tecnici intervengono in maniera tempestiva, ma il problema si ripropone poco dopo. La paziente chiede di essere trasferita in un altro centro e, per trovare una soluzione, si è rivolta all'Urp di Pisa e ha scritto anche al Ministero della Salute.

"I medici mi dicono che non possono farci niente e che i centri vicini sono tutti pieni. Il macchinario - aggiunge - è obsoleto, ha 13 anni e si rompe di frequente. Deve essere cambiato, ma le gare d'appalto sono in corso. C'è la previsione di sostituirlo, purtroppo però le tempistiche sono dilatate a causa delle gare".
L'apprensione maggiore è che saltando alcune sedute durante la settimana la cura possa rivelarsi meno incisiva: "Il medico mi ha spiegato che le cure fatte in questo modo non hanno la stessa valenza di quelle portate avanti regolarmente - rivela la paziente - non si possono fare sistematicamente due-tre volte anzichè cinque volte alla settimana. Mi preme la tempistica, non mi sto curando come mi devo e questo è inaccettabile perchè qui stiamo parlando di una terapia salvavita".

Interpellata sulla questione l'Azienda Ospedaliero Universitaria di Pisa riconosce un problema di "vetustà" del macchinario, ma rende noto che sta cercando di risolvere da tempo tale criticità con soluzioni transitorie in attesa di concludere la procedura d'appalto per acquistare il nuovo acceleratore lineare. La questione è stata parzialmente risolta, riporta l'Agenzia Dire, incrementando le sedute alla casa di cura San Rossore. In questi giorni, inoltre, sono in corso di valutazione tutte le ipotesi per potenziare ulteriormente le sedute e smaltire in tempi più rapidi le liste d'attesa.

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