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Cronaca

Malasanità: le tolgono il timo invece della tiroide, condannati medici

La vicenda è iniziata cinque anni fa a Palermo. Dopo l'errore dei medici siciliani, una giovane paziente si è rivolta all'ospedale di Pisa. Ma anche qui qualcosa non è andato: non era cancro, ma solo un nodulo

Sono stati condannati a due mesi di carcere, pena sospesa, e a 15mila euro di provvisionale immediatamente esecutiva, l'ex primario di oncologia dell'ospedale di Palermo "Maurizio Ascoli" e i suoi due assistenti, per aver tolto per sbaglio il timo ad una paziente e non la tiroide come era previsto. Una inchiesta, quella iniziata nel palermitano, che ha poi il suo seguito a Pisa. Ma procediamo con ordine.

I fatti risalgono a cinque anni fa, quando ad una giovane, durante un controllo, fu diagnosticato una cancro alla tiroide. La ragazza, con diversi precedenti in famiglia di tumori alla ghiandola, venne operata al "Maurizio Ascoli". Successivamente all'intervento la paziente continuava a stare male e più volte si rivolse al primario che la rassicurò dicendo che la tiroide era stata asportata e la vicenda risolta. A febbraio del 2007, preoccupata, la ragazza fece un ecografia e si accorse che la tiroide era ancora al suo posto, mentre le era stata asportata un'altra ghiandola, il timo.

La paziente si fece dare la cartella clinica da cui emerse un dato curioso: si parlava di un intervento alla tiroide, ma dall'esame istologico si capiva chiaramente che era stato asportato il timo. Un dato che secondo l'avvocato, il penalista Luigi Spinosa, potrebbe significare o che i medici non si siano resi conto dell'organo che hanno tolto o che accortisi dell'errore avessero continuato a sostenere di avere fatto l'intervento giusto. La ragazza si rivolse a questo punto all'ospedale di Pisa, dove a maggio del 2007 le venne tolta, questa volta sì, la tiroide. Dall'esame istologico un nuovo colpo di scena: non esisteva alcuna neoplasia e la tiroide non andava tolta. La ragazza aveva soltanto un piccolo nodulo.

Da qui una doppia denuncia: ai medici di Palermo, condannati per avere fatto l'intervento sbagliato, e a quelli di Pisa per avere eseguito un'operazione inutile. Il fascicolo che riguarda la sanità pisana è ancora aperto, ma certo la giovane ha avuto a che fare, per ben due volte a distanza ravvicinata, con la malasanità.

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