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Cronaca

Maltempo, Coldiretti: "Maggiori compiti ai consorzi di bonifica"

La Coldiretti provinciale lancia l'allarme sul pericolo di dissesti idrogeologici e ha inviato una lettera all'assessore all'agricoltura della Provincia di Pisa per sollecitare un nuovo modello di gestione del territorio

L’esondazione del fiume Serchio due anni fa, la terribile sequenza di frane nel Candia lo scorso anno (Massa Carrara), i gravissimi eventi alluvionali all’Isola d’Elba, nell’alta Lunigiana e nella vicina Liguria di queste settimane, ed il costante stato di allerta in tutta la Toscana, sono lì a ricordarci che serve “un nuovo modello di gestione del territorio”. E serve con estrema urgenza.
E’ preoccupata Coldiretti, preoccupata di fronte all’escalation degli imprevedibili eventi meteorologici che hanno martoriato la Toscana negli ultimi anni colpendo duramente anche il pisano. Timori che la principale organizzazione agricola ha sfogato in una lettera, a firma del presidente Fabrizio Filippi e del direttore Aniello Ascolese, inviata all’assessore provinciale all’agricoltura Giacomo Sanavio.

In base alle stime di Coldiretti sono 280 i comuni a rischio in Toscana. Tra i 10 capoluoghi toscani, ben sette, tra cui Pisa, presentano addirittura il 100% delle amministrazioni classificate a rischio.
Lontano da ogni intento polemico, Coldiretti ha atteso, prima di aprire una falda nel dibattito, alcuni giorni “per rispetto verso tutti coloro che sono stati duramente colpiti dalla violenta ondata di maltempo e per le vite umane che sono andate perdute, senza voler dare adito a sterili polemiche su quella che è e rimane una tragedia”.

L’analisi di Coldiretti parte da un presupposto: le condizioni climatiche sono notevolmente cambiate nel tempo. “Ma quello che registriamo in negativo è il fatto che la gestione del territorio non sempre risulta efficiente - spiega l’organizzazione - e spesso gli enti preposti manifestano una incapacità a tenere il passo con mutamenti temporali”. Secondo Coldiretti è necessario “un nuovo modello di gestione, basato su una rinnovata capacità di individuare, coinvolgere e motivare le risorse che esistono ai diversi livelli territoriali in modo efficace. L’obiettivo è razionalizzare gli interventi e predisporre le idonee progettazioni necessarie per l’innovazione da apportare agli impianti che dovrebbero garantire la raccolta e lo smaltimento delle acque meteoriche”.

Nasce da questo bisogno di “razionalizzazione” la proposta di un ampliamento del ruolo dei consorzi di bonifica: “I consorzi di bonifica - avanza la proposta Fabrizio Filippi, presidente provinciale Coldiretti - devono poter essere messi in condizione di esercitare un compito di prevenzione e di tutela ambientale, a tal proposito intervenendo su norme e “competenze” che ne limitano la funzionalità e le potenzialità operative. Attualmente, invece, assistiamo all’indomani dell'ennesima emergenza, al balletto delle responsabilità e competenze a tutto scapito della certezza delle regole e conseguentemente a danno delle popolazioni e delle imprese”.

L’analisi di Coldiretti punta anche su un’altra direzione: “Che senso ha promuovere e pretendere a livello regionale il rispetto di regolamenti europei estremamente onerosi per le imprese, senza porre in essere politiche di salvaguardia di un bene, quale è il territorio rurale, che rappresenta - si chiede l’organizzazione - un vero e proprio contenitore dello “sviluppo locale”?”. “Non vogliamo ripetere - scrive ancora nella lettera a Sanavio - l’oramai logoro ritornello, ad onor del vero pronunciato anche in questa triste evenienza da soggetti estranei al mondo agricolo, che l’abbandono del territorio da parte degli imprenditori agricoli porta come conseguenza un rapido deterioramento dei delicati equilibri di un ecosistema particolare come quello esistente in gran parte della nostra Penisola; purtroppo, trattasi di una realtà che appare in tutta la sua drammatica evidenza per poi rapidamente dissolversi, passato il  momento cruciale”. Da qui, infine, la richiesta di un “forte impegno degli attori istituzionali per avviare un percorso positivo che, partendo dalla difesa del suolo, interesse di natura generale, possa realizzare le condizioni di massima tutela possibile per la popolazione civile, gli operatori economici dei diversi settori produttivi. Coldiretti - conclude - è pronta a fare la sua parte”.

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