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Cronaca

Maltrattamenti all'asilo, i consiglieri di maggioranza della Commissione: "Fatti imprevedibili"

La Prima Commissione di controllo ha espresso due relazioni sul caso scoppiato a febbraio. Per i rappresentanti di Pd, Riformisti e Lista per Pisa l'amministrazione non poteva evitare l'accaduto

Ieri, 26 settembre, è giunto a termine l'esame da parte della Prima Commissione di controllo dei fatti accaduti e seguiti al caso degli oltre 10 episodi di maltrattamento perpetrati su 9 bambini in un asilo nido della città, pratiche violente documentate dalle indagini della Procura che hanno portato all'arresto di una delle maestre e l'allontanamento dalla struttura di due colleghe, una delle quali poi licenziata insieme alla prima.

Due sono le relazioni votate dopo 4 mesi di istruttoria, una dai consiglieri comunali di maggioranza ed una da quelli di minoranza. Per i primi, cioè Sandro Gallo (Pd), Ferdinando De Negri (Pd), Odorico Di Stefano (Riformisti) e Giuseppe Ventura (In Lista per Pisa), il percorso intrapreso dall'amministazione sia prima che dopo i fatti evidenziati dall'indagine è stato corretto: "La struttura dell'asilo nido, sul piano delle attività e dei progetti didattici-educativi, era inserita nell'ordinario percorso educativo gestito e programmato a livello comunale. Quanto accaduto è stato imponderabile, non prevedibile e circoscritto. Pertanto non si può parlare di fallimento dell'intero sistema di vigilanza e controllo del servizio attività educative".

I consiglieri di maggioranza hanno individuato alcuni elementi critici: "la mancanza per un anno e mezzo di un coordinatore pedagogico, dovuta principalmente ai vincoli assunzionali imposti dalle leggi dello Stato e mitigata attraverso una azione molto approfondita di formazione in ogni singola struttura con una consulente esterna; il supporto psicologico di gruppo (attestata l'impossibilità normativa di quello individuale) su richiesta delle insegnante anziché obbligatorio; la redazione non obbligatoria di verbali delle riunioni che si svolgono tra le insegnanti delle singole strutture; e infine una rotazione del personale non sistematizzata".

Tali aspetti "non possono essere ritenuti causa dei fatti specifici, come comprovato da fatti analoghi accaduti laddove queste criticità non sussistevano. Si tratta in generale di elementi che contribuiscono al corretto funzionamento del sistema e che quindi è giusto averli introdotti", come poi è stato previsto dall'amministrazione.

La relazione poi fissa altre implementazioni che il sistema educativo dovrebbe prevedere: "1- il personale trasferito per mobilità interna deve essere soggetto ad un percorso di selezione e formazione particolarmente accurato soprattutto in quei settori delicati quale quello delle attività educative; 2- in caso di coesistenza lavorativa di più dipendenti per molti anni nello stesso ambito lavorativo deve essere valutata l'opportuna e/o la eventuale necessaria rotazione del personale, anche superando eventuali resistenze di insegnanti e genitori, in rapporto all'importanza delle mansioni svolte come nel caso di specie dove una rotazione, nel rispetto dei criteri di continuità educativa e su fondate motivazioni pedagogiche, avrebbe potuto impedire l'attivazione di comportamenti relazionali di connivenza e/o di omertà; 3- centralità del lavoro del Coordinatore Pedagogico, priorità assunzionale al settore educativo, si invita l'amministrazione a sviluppare un’analisi di tipo organizzativo in merito ad un rafforzamento delle funzioni di coordinamento pedagogico ulteriore".

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