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Cronaca Camp Darby

"No alla militarizzazione del territorio": nuova mobilitazione del Comitato No Camp Darby

Assemblea cittadina in vista della manifestazione in programma il prossimo 23 aprile di fronte a Camp Darby

Assemblea cittadina domenica 10 aprile alle ore 16:00 in Piazza Chiara Gambacorti, promossa dal Comitato No Camp Darby in vista della manifestazione contro la militarizzazione del territorio pisano e livornese in programma il prossimo 23 aprile di fronte alla base militare statunitense.
Il Comitato aveva già promosso lo scorso 19 marzo un presidio di fronte al sacrario di Kindu, a due passi dall'aeroporto militare, per dire no alla guerra ma anche no all'utilizzo di porti e aeroporti a fini militari.

"Non si comprendono le cause della guerra in corso se ci limitiamo a subire l'informazione a senso unico dei media. I preparativi alla guerra e al riarmo sono iniziati ben prima della guerra in Ucraina e rappresentano i capisaldi della svolta strategica di Nato e Ue - sottolineano dal Comitato No Camp Darby - ne derivano l'aumento delle spese militari fino al 2% del Pil dei 19 paesi Nato, i cambiamenti strategici, il restringersi degli spazi di democrazia e libertà, il protrarsi dello stato di emergenza che dalla pandemia si sposterà alla guerra. Il riarmo della Ue determinerà tagli al welfare e sacrifici ulteriori per lavoratrici e lavoratori".

"La militarizzazione della società e dei territori cresceranno ulteriormente nei prossimi anni. Emblematica è la mega infrastruttura militare che avrà sede a Coltano, realizzata con i fondi del PNRR, dove avranno sede il Gruppo di Intervento Speciale del 1° Reggimento Carabinieri paracadutisti 'Tuscania' e del Centro cinofilo. Ultima grande opera di militarizzazione dopo l'ampliamento della base Usa e Nato di Camp Darby preceduta dal grande hub all'aeroporto militare di Pisa operativo da anni e funzionale all'invio di truppe e grandi quantitativi di armi - proseguono dal Comitato - Pisa e Livorno sono città soggette alla militarizzazione, basti pensare alla presenza di navi da guerra nel porto labronico e al finanziamento di imprese militari dell'Università di Pisa. Ci attende un futuro all'insegna della retorica umanitario-militarista per coprire interessi economici e finanziari che determineranno il ricorso permanente alla guerra. Nato e Ue sono ormai il problema, ignorarlo porta solo acqua al mulino della guerra".

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