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Cronaca

Manifestazione No Tav, tensione sul cantiere: arrestato anche un pisano

Tre in totale i fermi da parte della Digos. Tra di loro anche un operaio dell'indotto Piaggio

C'è anche un giovane operaio pisano, che lavora nell'indotto Piaggio, tra i tre No Tav fermati ieri, 8 dicembre, sul cantiere dell'Alta Velocità Torino-Lione durante una manifestazione di protesta contro l'infrastruttura.
Secondo quanto riportato dalla Questura di Torino, circa 200 manifestanti, dopo essersi radunati alle ore 17.00 nel Comune di Giaglione, hanno percorso in corteo un sentiero montano che conduce all’area di interesse strategico nazionale del cantiere di Chiomonte. I manifestanti sono stati poi fermati a metà del percorso grazie alla preventiva predisposizione di una cancellata metallica ancorata alle rocce ed al terreno con tiranti e ganci in modo da evitare anche il contatto con le forze dell’ordine. "Nella circostanza - si legge nella nota della Questura torinese - diversi facinorosi, per circa due ore, a fasi alterne, si sono resi responsabili, con l’ausilio anche di rudimentali tubi di lancio, di ripetute esplosioni di razzi, bombe carta ed altri artifici pirotecnici all’indirizzo della forza pubblica che, al fine di evitare anche l’apertura di un varco nella rete metallica con una fresa elettrica utilizzata dai manifestanti, ha fatto ricorso all’uso di alcuni lacrimogeni, impedendo ai numerosi manifestanti violenti di oltrepassare lo sbarramento ed avvicinarsi all’area di interesse strategico nazionale TAV".

Nel frattempo un piccolo gruppo di antagonisti travisati ed abbigliati con indumenti di colore scuro, dopo aver percorso un sentiero nella parte bassa della valle che costeggia il torrente Clarea, ha raggiunto la zona est del cantiere di Chiomonte dove è stato sorpreso nell’atto di lanciare alcuni razzi e bombe carta dagli agenti della Digos. Qui sono stati bloccati e arrestati due militanti del centro sociale torinese 'Askatasuna', e appunto il giovane pisano, Cesare il suo nome, esponente del centro sociale Newroz. L'accusa nei loro confronti è di resistenza a pubblico ufficiale, travisamento e possesso ed esplosione di ordigni e materiali esplodenti. Sequestrati infatti 19 razzi e due tubi di plastica rigida utilizzati dai tre fermati per il lancio verso il cantiere.

A Pisa scatta la mobilitazione per Cesare

La notizia dell'arresto dell'esponente pisano No Tav ha subito acceso la mobilitazione dei No Tav di Pisa che questa mattina, sabato 9 dicembre, hanno esposto un grosso striscione con scritto 'Cesare libero' davanti a Palazzo Gambacorti.

"Cesare, un giovane operaio pisano dell'indotto Piaggio, è stato arrestato insieme ad altri due compagni di lotta, Alice e Umberto, nei boschi di Chiomonte nei pressi del cantiere Tav, mentre si avvicinava a questo per contestarlo nella giornata di un'importante ricorrenza del movimento. Cesare è da sempre un No Tav. I valligiani lo hanno sempre detto: non è importante essere valsusini per combattere il Tav; si è No Tav quando si odia l'ingiustizia e la prepotenza, si può essere no Tav sempre e ovunque - affermano dal movimento pisano contro l'Alta Velocità - Cesare ha lottato duramente un anno fa insieme ai suoi colleghi di fabbrica contro il ricatto dei contratti interinali che, per gli interessi delle grandi aziende, lo costringevano a condizioni di lavoro inaccettabili e alla precarietà perenne. Ha lottato e ha vinto costruendo con la lotta assieme ai suoi compagni la sicurezza di migliori condizioni di lavoro. Ha lottato andando fino in fondo, raggiungendo Torino per scovare gli amministratori delegati della sua azienda, come fanno i No Tav quando insieme marciano giù fino al cantiere Tav, andando fino in fondo. Cesare ha lottato con la serena ostinazione di un No Tav e ha vinto".
"Lottare insieme, dentro un movimento che non rinuncia alle proprie ragioni, insegna a trovare la forza negli altri prestando la propria, insegna la generosità - proseguono i No Tav - Cesare è da anni attivo nelle lotte cittadine per il diritto alla casa, nei picchetti anti sfratto, nelle lotte contro gli affitti imposti da un mercato controllato dai grandi interessi immobiliari. Vogliamo Cesare libero subito, vogliamo Umberto e Alice liberi subito, vogliamo tutti i No Tav liberi subito".
La mobilitazione per chiedere il rilascio di Cesare va avanti con un nuovo presidio fissato per oggi pomeriggio alle ore 16 in Piazza Garibaldi.

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