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Cronaca

Mascherine nelle edicole, le testimonianze: "Richieste continue, situazione difficile da gestire"

Si sono verificati episodi di nervosismo durante la distribuzione, i pacchetti di mascherine finiscono in brevissimo tempo

"Ma come già finite? Secondo me lei se le rivende!". E' una delle frasi che gli esercenti si sono sentiti dire in questi primi giorni in cui si possono richiedere le mascherine gratuite nelle edicole toscane. Una lista di negozi che peraltro si potrebbe ridurre, anziché aumentare, date le difficoltà che gli edicolanti si sono ritrovati ad affrontare.

E' il caso di Alessio Maccheroni, dell'edicola in via Hermada. "Ho smesso dopo il primo giorno - racconta - continue richieste quando le mascherine ho dovuto finire subito di darle, con le persone che litigavano fino ad offendersi fra loro. Chi chiedeva di prenotarsi, chi di lasciare le tessere sanitarie della famiglia a pacchi di 10... Per di più venerdì (il primo giorno appunto) ne ho consegnate una metà, circa cento buste da 5 mascherine, perché l'app della Regione per la registrazione ha funzionato mezz'ora la mattina e mezz'ora la sera. Dovresti essere sempre in 2: uno vende i giornali, l'altro consegna le mascherine".
"Sabato è andata meglio - aggiunge Alessio - ma non è sostenibile. Non ero convinto fin dall'inizio, poi i clienti fissi me lo hanno chiesto e così ho accettato. Ora mi sono ritirato, l'ho già spiegato ai clienti e ho ricevuto da loro la massima comprensione. 'E' un peccato, ma hai fatto bene', mi dicono".

Sulla stessa linea l'esperienza di Roberto Leandrini, in via Battelli: "Ho visto tanto nervosismo e sentito molte lamentele, capita chi non crede che le mascherine siano finite davvero, chi chiede spiegazioni... la mattina quando consegno si genera ancora un po' di fila, i primi giorni c'era un sacco di gente. Per fortuna non ho vissuto episodi particolarmente tesi. Le richieste comunque arrivano di continuo, sono le 16 passate e devo ancora finire di sistemare i giornali". Ci sta pensando Roberto se continuare a distribuire le mascherine: "E' un servizio che si presta, ma siamo pochi a farlo, forse era più da 'o tutti o nessuno'. Si fa gratis, forse con un piccolo rimborso sarebbero state di più le edicole aderenti. A conti fatti un lieve incremento di acquisti c'è stato, ma non ne vale assolutamente la pena". 

Un edicolante di un trafficato punto vendita, che preferisce rimanere anonimo, racconta di come "il primo giorno avevo lo spazio davanti all'edicola pieno di persone, c'è mancato davvero poco che mi picchiassero. E anche il giorno seguente". Non entra nei dettagli delle minacce subìte, ma lo sguardo è eloquente, "in 3 o 4 mi volevano infilare dentro una cassa" aggiunge. Il suo tono però è comprensivo: "Con la gente bisogna parlarci, c'è tanto malumore e rabbia, per la crisi, contro il Governo, per chi deve ancora avere dei contributi. Se dal primo giorno avessero consegnato 6mila mascherine, per coprire insomma le richieste, tutto questo non sarebbe successo probabilmente. Le mille del primo giorno sono finite in 17 minuti".

"Ogni edicolante si deve un po' regolare da solo - prosegue - domenica ne avevo 4mila, ieri non sono arrivate ma oggi ne avrò di nuovo oltre 3mila. Quando scendo sotto le mille, accetto al massimo 2 tessere sanitarie a persona. E' un servizio importante, cerco di darlo senza che poi qualcuno resti senza mascherine. Serve anche avere polso per farlo. E buon senso".

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