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Cronaca Volterra

Cavalli morti a Volterra: si rafforza l'ipotesi dell'avvelenamento doloso

Per Arpat e Università acqua e pascoli sono sicuri. Chiesto l'intervento dell'Ospedale fiorentino di Careggi per cercare il cianuro e confermare o fugare così con certezza l'ipotesi del gesto doloso

"Nessuna anomalia". E' questo l'esito delle analisi svolte sull'acqua da Arpat, delle perizie botaniche affidate ad un esperto dell'Università di Firenze e delle indagini condotte dall'Istituto zooprofilattico della Toscana e del Lazio. Secondo i diversi enti (IZS Lazio e Toscana, Usl Toscana Nord Ovest, Usl Volterra, Arpat, Carabinieri forestali di Volterra, Regione Toscana e Ministero della Salute) coinvolti nelle indagini sulla morte dei nove cavalli affidati al Centro di recupero gestito da IHP a Tignano, avvenute tra gennaio e febbraio, si rafforza dunque l'ipotesi dell'avvelenamento doloso, sebbene dalle evidenze non possa essere data per certa. 

"Ringrazio tutte le istituzioni - dice Sonny Richichi, presidente di IHP - per il lavoro svolto fino ad oggi e per il coordinamento dei diversi aspetti delle indagini. Le analisi svolte fino ad oggi restringono il campo, ma purtroppo non ci hanno dato la risposta chiara che speravamo di ottenere e che è invece di fondamentale importanza per l'organizzazione in sicurezza delle nostre attività".

In particolare non è stata fino ad oggi indagata la eventuale presenza di cianuro nei campioni prelevati dai cavalli morti, come invece IHP si attendeva, proprio per confermare o fugare con certezza l'ipotesi del gesto doloso: è stato così stato stabilito di coinvolgere l'ospedale fiorentino di Careggi nella ricerca del cianuro, nella speranza che i campioni conservati siano ancora fruibili, visto che si tratta di una sostanza estremamente volatile, molto difficile da rintracciare a così tanta distanza dai fatti. 

"Terremo conto degli esiti incoraggianti emersi dalle analisi sulle acque e sui pascoli - prosegue Richichi - per valutare un graduale reinserimento dei cavali al pascolo libero. Certo, non avere una risposta certa sulla causa delle morti suffragata dagli esiti di esami di laboratorio, lascia ancora un margine di dubbio molto ampio che ci impedisce di poter tornare con la dovuta tranquillità ad una gestione ordinaria del Centro di recupero.

"Non va dimenticato - prosegue Richichi - che molti dei cavalli che vivono al Centro sono stati affidati a IHP dalle Procure e sono sotto sequestro giudiziario, il che ci dà una ulteriore responsabilità nel fare scelte particolarmente delicate. La nostra priorità è garantire la sicurezza dei cavalli: per questo li reintrodurremo al pascolo, coerentemente con la nostra filosofia e con l'obiettivo di offrire loro il massimo benessere, ma solo dopo aver svolto ulteriori analisi dei terreni e messo a regime un efficace piano di sicurezza, anche attraverso una capillare rete di videosorveglianza". 

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