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Cronaca Crespina

Incidente mortale a causa della fauna selvatica: "E' un'emergenza pericolosa anche per la strada"

Sull'incidente che ha portato alla morte Luciano Carbonaro interviene anche il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, il senatore Gian Marco Centinaio

L'incidente stradale della notte di sabato che ha portato alla morte del 30enne Luciano Carbonaro a Cenaia pone di nuovo, drammaticamente, il problema della proliferazione della fauna selvatica. Gli allarmi delle associazioni di categoria del settore agricolo sono da tempo costanti e sul tema interviene anche il senatore e sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali Gian Marco Centinaio: "Quanto accaduto ci ricorda che siamo davanti a una questione che non riguarda soltanto l'agricoltura ma tutti noi, trasformandosi in un problema di ordine pubblico e che minaccia la sicurezza stradale".

"Nostro dovere - ha proseguito - è evitare che ci siano altri morti e far sì che non si ripetano episodi del genere. Dobbiamo difendere il territorio, aiutare la natura a mantenere un equilibrio e porre fine a un'emergenza che non soltanto danneggia il settore primario, ma causa anche vittime sulle strade. La questione va affrontata quanto prima a livello legislativo per arrivare a una normativa nazionale. Il contrasto alla fauna selvatica è un atto dovuto".

Si è espressa anche la consigliera regionale, anche lei della Lega, Elena Meini: "Purtroppo si continua colpevolmente a sottovalutare una palese problematica che, come nel recente caso avvenuto a Cenaia, ha, addirittura, causato la morte di un giovane. Nel porgere le nostre condoglianze alla famiglia non possiamo che rilevare come questi animali continuino sempre di più a rappresentare un grave pericolo per l'incolumità di tutti noi. Non si tratta di casi isolati visto che le cronache giornalistiche con troppa frequenza ci segnalano casi analoghi, anche se, magari, fortunatamente non sempre mortali. Stante la delicata problematica riteniamo che le misure fin qui adottate a livello regionale siano da ritenersi tardive e considerato quanto accaduto nel pisano, pure prive di un'auspicabile efficacia; pensiamo, pertanto, che sia fondamentale allargare il calendario venatorio ed affidarsi ad agricoltori e cacciatori per una doverosa e quantomai urgente attività di contenimento del deleterio fenomeno".

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