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Cronaca Porta Nuova / Via Montelungo

Colorificio, il Municipio chiede un confronto: "Il Comune convochi un tavolo tra noi e la proprietà"

Gli attivisti sottolineano che la presenza del sindaco al momento dello sgombero non avrebbe certamente impedito di eseguire la sentenza del tribunale, ma sarebbe stato un segnale positivo. "Il nostro progetto - dicono - non richiede alcuna variante urbanistica"

Avanti con l'idea di continuare a far vivere lo spazio dell'ex Colorificio. Gli attivisti del Municipio dei Beni Comuni non si fermano e oggi, di fronte a Palazzo Gambacorti, hanno presentato il progetto per l'area di via Montelungo, dove sabato scorso è avvenuto lo sgombero disposto dal tribunale di Pisa.
"Il nostro progetto - spiegano dal Municipio dei Beni Comuni - a differenza di quello presentato dalla JColors nei mesi scorsi (realizzazione di appartamenti, ndr), non richiede la necessità di alcuna variante urbanistica per una semplice ragione: esso rispetta appieno la destinazione originaria di quello spazio e ne esalta la funzione sociale, favorendo tra l'altro la sopravvivenza dei due siti industriali in piena attività che vi confinano".

Una lunga sequela di servizi aperti, gratuiti, rivolti a tutta la cittadinanza, una produzione immateriale, che pure puntava a diventare in parte anche materiale "se il sequestro non avesse troncato il nostro percorso", aggiungono dal Municipio dei Beni Comuni: dalla sistemazione di biciclette, alla distribuzione dei prodotti Km zero dei GAS locali, dallo sportello di diritti per migranti, alla scuola di arabo e quella di italiano, dai laboratori di artigianato, alla palestra d’arrampicata indoor, fino alla biblioteca popolare.

"Questo patrimonio di cose e di persone - insistono dal Municipio dei Beni Comuni - è stato dissipato durante lo scorso 26 ottobre. In una giornata iniziata molto presto e terminata dopo dieci ore nel tardo pomeriggio, abbiamo continuato a chiedere una cosa molto semplice, un atto che era, ed è ancora, per quella fetta di cittadinanza che si trovava all'interno dell'ex Colorifico Liberato quella mattina, a dir poco doveroso: il sindaco e l'amministrazione tutta si facciano da intermediari con la proprietà per aprire finalmente un tavolo di confronto durante il quale provare a elaborare una soluzione condivisa".

"Un tavolo - spiegano dal Municipio dei Beni Comuni - che sia aperto e pubblico, una finestra spalancata su quanto verrà elaborato, e deciso, sull'area di via Montelungo. Uno spazio in cui chiunque possa verificare direttamente le prese di posizione e i progetti delle singole parti a confronto".

Rispetto alle polemiche sorte negli ultimi giorni, il Municipio dei Beni Comuni ha espresso una posizione chiara: "Che il sequestro e lo sgombero dell'ex Colorificio fossero inevitabili, è chiaro a tutti. Nessuno ha mai pensato che il semplice intervento del sindaco Filippeschi alla giornata del 26 potesse essere risolutivo rispetto a un passaggio ormai irreversibile. Tuttavia la sua presenza sarebbe stato un segnale positivo per meglio predisporre le parti ad avviare un confronto post sgombero. Lo stesso confronto che ora chiediamo a gran voce di istruire all'interno di un tavolo al quale sia seduto il Municipio, l'amministrazione e la proprietà, così che la città possa conoscere in piena chiarezza le intenzioni di ciascuno".

"Il tempo stringe - concludono dal Municipio dei Beni Comuni - il passaggio che chiediamo non potrà svilupparsi secondo il ritmo blando di una semplice trattativa. Noi chiediamo altro: un momento di confronto aperto sulle idee e sui progetti per l'area di via Montelungo a partire dai quali trovare finalmente una soluzione".

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