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Cronaca Santa Croce sull'Arno

'Ndrangheta in Toscana, le reazioni: "Regione debole alla mafia, chi è coinvolto si dimetta"

Cgil Toscana denuncia la debolezza delle difese toscane alla criminalità organizzata. Berti (M5S) chiede "un passo indietro agli indagati". Il caso delle infiltrazioni di 'Ndrangheta nello sistema conciario di Santa Croce ha suscitato delle prese di posizione in tutto l'arco politico

All'indomani della notizia della maxi operazione effettuata dai Carabinieri, su disposizione della Dda di Firenze, per smantellare un sistema legato ad alcune cosche della 'Ndrangheta in materia di inquinamento ambientale, narcotraffico internazionale, estorsione e illecita concorrenza, non si sono fatte attendere le reazioni dagli ambienti politici e dagli organi sindacali. In particolare c'è molta apprensione per le ripercussioni che potrebbero verificarsi in seno alla giunta comunale di Santa Croce sull'Arno, con il sindaco Giulia Deidda finito nell'occhio del ciclone per diverse intercettazioni compromettenti, e tra i lavoratori del settore conciario, coinvolto con diverse figure dirigenziali dell'Associazione Conciatori di Santa Croce.

I deputati della Lega Manfredi Potenti, responsabile dipartimento antimafia Toscana, e Gianluca Cantalamessa, responsabile dipartimento antimafia nazionale Lega commentano così: "Gravissimo quanto accaduto in queste ore. Soprattutto, se tra le persone coinvolte nella maxi operazione antimafia, per diverse attività criminali riconducibili alla 'Ndrangheta, con accusa di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, c'è anche il capo di gabinetto del presidente della Regione. Siamo garantisti, ma non ingenui. Perché se c'è qualcosa che irrita fuori misura è il silenzio di quanti fino a ieri impartivano lezioni e facevano la morale agli altri: le spiegazioni sono un dovere. La Toscana resti libera dalla 'ndrangheta".

"I politici coinvolti dovrebbero dimettersi immediatamente. E' inconcepibile che chi è sospettato di aver permesso, seppur inconsapevolmente, che la nostra terra venisse contaminata da scorie industriali inquinanti e pericolose, possa continuare a rappresentare cittadini e imprenditori onesti. Le ombre che si stagliano dietro ai politici coinvolti, per i loro rapporti con alcuni imprenditori con pochi scrupoli e le pressioni esercitate sulla macchina amministrativa regionale, sono troppo inquietanti perché si possa far finta di nulla". Così il deputato del Movimento 5 StelleFrancesco Berti: "E' del tutto evidente - aggiunge Berti - che la mafia si insinua là dove trova delle falle nei controlli".

"Quello che emerge è un orribile intreccio tra politica, criminalità organizzata e mondo imprenditoriale: è inquietante che ci siano individui disposti a distruggere l’ambiente e la salute di tutti solo per arricchirsi - dichiara il Coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Fabrizio Rossi - il presidente Giani deve dissipare ogni dubbio, è un dovere nei confronti di tutti i toscani. Le promesse fatte da Giani, in campagna elettorale, sulla salvaguardia dell’ambiente e sull’economia circolare, si scontrano con la dura realtà dei fatti, che descrive una Regione in cui la criminalità organizzata è penetrata nel tessuto economico e nelle istituzioni. Una Regione Toscana debole e che, nonostante anche i nostri appelli, ha sottovalutato clamorosamente il fenomeno malavitoso".

Dal gruppo consiliare di Pisa Una città in Comune affermano: "Che il distretto del cuoio fosse disponibile all'ingresso della criminalità organizzata era emerso chiaramente già dal maggio 2018 con l'inchiesta 'Vello d'oro' della stessa Dda di Firenze. Che gli imprenditori e le società di depurazione spesso si liberassero abusivamente degli scarichi inquinanti non trattati, senza alcuna considerazione per le conseguenze ambientali e sulla salute dei cittadini, era evidente dai molti episodi occorsi in passato. Ma un simile sistema di corruzione e penetrazione della ‘ndrangheta, ramificato negli organi di controllo regionale e gestito direttamente dagli imprenditori del cuoio, rappresenta qualcosa di molto più preoccupante".

Cgil Toscana sottolinea: "Quanto emerso impone a tutti, sindacato compreso, un di più di consapevolezza e di impegno per un contrasto preventivo alle infiltrazioni della malavita organizzata nel tessuto economico della nostra regione. Il quadro che emerge dalle indagini desta grande preoccupazione sia per la gravità dei reati ipotizzati, sia perché questi vanno a colpire, non solo nell’immagine, attività di grande importanza per l’economia regionale. Tali sono infatti le attività legate al comparto conciario e dell’edilizia che occupano decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori e che costituiscono settori trainanti per l’intera economia regionale nonché, in molti casi, un 'fiore all’occhiello' del nostro paese nel mondo per la qualità dei prodotti realizzati. Per questo riteniamo di fondamentale importanza che l'azione della magistratura, nel tempo più breve possibile, accerti le responsabilità e manifestiamo grande attenzione e preoccupazione per gli effetti sociali che simili atti illeciti potranno causare in settori già duramente colpiti dalle negative ricadute economiche della pandemia in atto".

"Come Forza Italia, chiediamo formalmente l'istituzione di una Commissione regionale d'inchiesta sulle infiltrazioni della mafia e della criminalità organizzata in Toscana. L'operazione di ieri che ha fatto emergere legami tra imprese, mondo politico e cosche della 'Ndrangheta nella nostra regione, è soltanto la punta dell'iceberg di un fenomeno che va avanti da diversi anni, con numeri sempre più inquietanti, come emerge puntualmente dai rapporti stilati da forze dell'ordine ed Istituzioni pubbliche". E' quanto dichiarano Marco Stella, capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, e Aldo Milone, responsabile Sicurezza del Coordinamento regionale di Forza Italia Toscana.

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