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Cronaca Santa Croce sull'Arno

'Ndrangheta in Toscana: maxioperazione, infiltrazioni nelle concerie pisane

In totale, sui 3 fronti dell'indagine nazionale, sono 23 gli arresti e 20 i milioni di euro sequestrati. Al centro del caso lo smaltimento dei rifiuti da Santa Croce sull'Arno

E' scattata nelle prime ore di stamani, 15 aprile, un'operazione coordinata dei carabinieri della Toscana per l'esecuzione di tre distinte ordinanze di custodia cautelare, su disposizione della Dda di Firenze, in relazione a tre indagini collegate tra loro in materia di inquinamento ambientale, narcotraffico internazionale, estorsione ed illecita concorrenza. Le ipotesi di reato sono aggravate sia dall’agevolazione che dal metodo mafioso, in favore di cosche di ‘ndrangheta. Le tre operazioni sono a loro volta connesse a un’ulteriore operazione della Dda di Catanzaro. In totale sono state arrestate 23 persone, con il sequestro preventivo di beni per circa 20 milioni di euro.

Nel mirino della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ci sono presunti esponenti di spicco della cosca di 'ndrangheta radicata sul territorio di Guardavalle, ritenuta riconducibile alla famiglia Gallace, cui avrebbe fatto capo un'estesa organizzazione criminale transazionale con lo scopo, sostiene l'accusa, di agevolare l'associazione di stampo 'ndranghetistico, capace di pianificare ingenti importazioni di cocaina dal Sud America (Colombia, ma anche Brasile) e di piazzarla in Europa (Spagna, Olanda, Inghilterra e Slovenia), Nuova Zelanda e Australia.

Le infiltrazioni della 'ndrangheta in Toscana

L'articolata operazione dei carabinieri e della Dda di Firenze con 23 arresti avrebbe stroncato in Toscana più attività criminali, riconducibili alla 'ndrangheta infltratasi nell'intera regione: dal traffico di cocaina, al controllo di lavori stradali, allo smaltimento illecito di rifiuti nelle concerie. In quest'ultimo caso è coinvolta la provincia di Pisa. Tra gli indagati ci sono anche esponenti e dirigenti di enti pubblici e politici toscani: con l'ipotesi di corruzione e abuso di ufficio in Regione sono indagati il capo di gabinetto Ledo Gori, il dirigente della Direzione Ambiente Edo Bernini e il consigliere regionale Andrea Pieroni. Stessi reati per il sindaco di Santa Croce Giulia Deidda, presidente di Poteco, nei confronti della quale è contestata anche l'associazione a delinquere in concorso con un gruppo di imprenditori del settore conciario indagati nella stessa inchiesta.

In un filone dell'operazione sono stati eseguiti in Toscana, Calabria e Umbria, 6 arresti (uno in carcere e cinque ai domiciliari) per la gestione di rifiuti reflui e fanghi industriali prodotti nel distretto conciario tra le province di Firenze e Pisa. Alcuni soggetti a capo dell'Associazione Conciatori di Santa Croce (Pisa) avrebbero rappresentato, spiegano gli investigatori, il fulcro decisionale di tutto il sistema indagato.

L'inchiesta

L'inchiesta si chiama 'Keu', nome dell'inerte derivante dal trattamento dei fanghi degli scarti della concia delle pelli, e ha portato nel dettaglio, oltre alle 6 misure di custodia cautelare, ad altre 7 interdizioni dall'attività di impresa, due sequestri preventivi di impianti di gestione di rifiuti ed oltre 60 perquisizioni. Eseguito anche un sequestro per equivalente di oltre 20 milioni di euro e numerose perquisizioni ed ispezioni personali e domiciliari presso oltre 50 obiettivi nelle province di Firenze, Pisa, Arezzo, Crotone, Terni e Perugia.

Per gli inquirenti gli esponenti indagati al vertice dell'Associazione Conciatori erano riferimento di un sistema che avrebbe agito con le modalità di un sodalizio organizzato per la commissione di reati, utilizzando a tale scopo vari consorzi in un comparto industriale - la concia delle pelli - "a particolare rischio ambientale per i rifiuti, la cui gestione illecita provoca conseguenze in termini di contaminazione delle falde, dei corsi d'acqua, dei terreni, dell'ambiente, del suolo laddove gli scarichi industriali vengano smaltiti illecitamente o a seguito di procedure insufficienti".

"E' stato inoltre verificato - spiegano Dda e Arma dei carabinieri - il peso economico del comparto, consente ai suoi referenti di avere contatti diretti che vanno anche oltre i normali rapporti istituzionali con i vertici politici e amministrativi di più enti pubblici territoriali, che a vario titolo avrebbero agevolato in modo sostanziale il sistema, alcuni dei quali figurano fra gli indagati". 

La strada regionale 429 di Val d'Elsa

Per l'accusa, le ceneri di risulta dei rifiuti conciari classificati 'Keu', altamente inquinanti, sarebbero state miscelate con altri materiali e riutilizzate in attività edilizie. Circa 8mila tonnellate di rifiuti contaminati sarebbero stati usati nella realizzazione del V lotto della Strada 429.

Droga

Un altro filone ha portato all'esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare, per un totale di 17 arresti che hanno colpito imprenditori contigui alla cosca Gallace di Guardavalle (Catanzaro). Sono questi gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata all'estorsione, illecita concorrenza con violenza e minaccia, sub-appalto irregolare ed altro, nonché associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, favoreggiamento, il tutto aggravato sia dal metodo mafioso che dall'avere agevolato la cosca Gallace.

Scoperto l'approvvigionamento di cocaina da parte della cosca e la successiva distribuzione in Toscana: il traffico ruotava attorno al porto di Livorno ed è stato arrestato un importante esponente della 'ndrangheta. Messa in luce anche l'infiltrazione che passava nel settore inerti della cosca Gallace che, preso il controllo su una storica azienda del Mugello, avrebbe condizionato la concorrenza aggiudicandosi importanti commesse pubbliche.

Mugello

Le indagini capillari del Ros, dei carabinieri forestali di Firenze e dei carabinieri di Livorno, insieme ad altri gruppi specialistici dell'Arma, si sono evolute su direttrici principali. Una riguarda il controllo del mercato del movimento terra in più province toscane, mediante estorsioni e illecita concorrenza tramite violenza o minacce, ottenuto da soggetti di vertice di una storica impresa di Vicchio (Firenze) tramite un impresario e il suo principale collaboratore i quali - spiegano i carabinieri - sarebbero stati direttamente collegati a soggetti organici al clan Gallace e avrebbero sfruttato "la forza della consorteria mafiosa per imporsi sul mercato del movimento terra e della fornitura di inerti a discapito di aziende concorrenti, infiltrandosi in importanti commesse pubbliche in Toscana".

Empolese&Valdarno

Le condotte criminali sono state attuate a carico di diversi imprenditori e tecnici di settore in relazione alla fornitura di materiale per i lavori da eseguire in un importante cantiere relativo ad un appalto milionario tra Castelfiorentino ed Empoli. Inoltre, sotto indagine ci sono legami, che gli investigatori definiscono "di comodo" con la "pubblica amministrazione aretina (Consorzio Bonifica Valdarno) per l'assegnazione diretta di lavori per importi contenuti (sotto soglia), su cui sono in corso approfondimenti".

Tra i reati contestati l'estorsione posta in essere a carico di un impresario calabrese con il concorso di un imprenditore crotonese, arrestato anche per le accuse maturate nell'indagine dei carabinieri forestali sullo smaltimento illecito di rifiuti, aggravati dall'agevolazione mafiosa (operazione 'Keu').

Altro fronte contrastato dalla Dda coi carabinieri alla 'ndrangheta in Toscana è il narcotraffico internazionale che ha portato al sequestro totale di circa 191 chili di cocaina (periodo maggio 2017 - agosto 2019) nel cui contesto è maturato a cura dei carabinieri di Livorno e del Ros l'arresto del latitante Francesco Riitano nell'agosto 2019 sotto falso nome a Giardini Naxos (Messina), individuato grazie al suo legame con un indagato che lo incontrava periodicamente in località segrete.

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