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Occupazione al Liceo Dini: nuove aule e 'percorso alias'

Comunicato del Comitato 'Famiglia Scuola Educazione di Pisa': "No a una scuola ideologizzata"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Al Comitato Famiglia Scuola Educazione sono pervenute diverse richieste di intervento in relazione alla vicenda dell’occupazione del Liceo Dini. Suscita apprensione in alcuni genitori la strumentalizzazione politica, ideologica e mediatica dei ragazzi e della scuola. Da quanto emerge l’occupazione è mossa non solo dall’esigenza di nuove aule, ma anche dalla richiesta di far attivare nell’istituto il c.d.: “percorso alias” per il caso di “Geremia" che chiede di essere riconosciuta nella sua identità di genere percepita. Di seguito se ne trascrive il contenuto: “Come genitori facenti parte del Comitato "Famiglia, Scuola, Educazione", esprimiamo il nostro sostegno alla Dirigente dell’Istituto che ha mostrato il coraggio di voler difendere tutte le posizioni al riguardo e non solo quella “mainstream”. Siamo preoccupati per la libertà di pensiero e di espressione di quei professori che non si allineano alle posizioni sbandierate come slogan sui giornali da soggetti manifestamente schierati dal punto di vista politico-ideologico. Non è facile per chi la pensa diversamente esporsi (e sono tanti) perchè sarebbero facilmente tacciati di avere una mentalità retrogada, di essere discriminatori, di non rispettare i diritti, ecc.; probabilmente sarebbero inseriti in qualche lista nera. Come non è facile, del resto, esporsi per i nostri figli che a casa si sono lamentati di scelte discutibili che influenzano tutta la popolazione studentesca. Noi stessi abbiamo consigliato loro di tenere un profilo basso perche’ sono minorenni e temiamo fenomeni di bullismo al contrario, operati da parte dei fantomatici difensori dei diritti che non esitano a schiacciare chi la pensa diversamente. Oltretutto, negli articoli di giornale sono stati coinvolti professori, politici e studenti conosciuti per la chiara matrice ideologica e politica. Essi non rappresentano certo la popolazione studentesca, né l’intera comunità dei professori, né possono rivendicare di essere portatori di idee condivise da tutti. A nostro avviso non è manifestazione di libertà e di tutela dei diritti proporre e far intervenire, nelle stesse ore che dovrebbero essere destinate alla formazione e all’informazione (pluralistica e nel rispetto delle diverse opinioni), senza alcun contraddittorio, personaggi e associazioni a senso unico a trattare temi altamente sensibili e cui ci sono opinioni fortemente contrapposte. Fra le iniziative, anche quella di accostare la storia di “Geremia” a un intervento sul femminismo e sulle donne vittime di violenza condotto dall'associazione “Non una di meno”; come se non esistesse un' altra idea di femminismo assai diversa da quella da essa sbandierata. E, da ultimo, con la scelta di proiettare un film per provocare nei minori, attraverso le immagini, emozioni a senso unico, per supportare una sola tesi (la loro), senza contradditorio e senza l’ascolto di altre più che legittime posizioni (per esempio con la proiezione di un film basato su valori diversi ma altrettanto tutelati dalla nostra Costituzione). Niente da dire, ovviamente, sulle convinzioni, sulle esperienze di vita e sulle scelte, talvolta dolorose, di alcuni giovani i quali devono essere sempre rispettati e protetti in quanto persone. Ma di fronte a certi temi altamente sensibili e divisivi, sui quali il dibattito è sempre e solo a senso unico, chiediamo di liberare la scuola da invadenti ingerenze politiche e dalle lobby che speculano su singoli casi dolorosi e bisognosi di protezione. Il liceo Dini deve continuare a rappresentare in serenità un luogo privilegiato di cultura ed educazione. Anche noi vogliamo una scuola dell’accoglienza, ma dove il termine accoglienza non abbia, strumentalmente, un’unica accezione. Affermiamo pertanto, anche in nome dei nostri figli, la nostra avversione a questi metodi antidemocratici. Il Liceo “Dini”, una delle scuole più rinomate in tutta Italia, non può e non deve sottostare alle strumentalizzazioni di chi rivendica, a parole, di tutelare i diritti di alcune minoranze calpestando allo stesso tempo i diritti di altri ragazzi, professori e genitori che non la pensano allo stesso modo”.

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