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Cronaca

Officine Ristori: lettera aperta del sindaco di Pontedera Simone Millozzi

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Scrivo questa lettera aperta nella consapevolezza  del momento di straordinaria difficoltà economica e di crisi sistemica che sta attraversando in Italia il mondo della piccola e media impresa legata alla manifattura e le conseguenze pesanti che investono frontalmente il mondo del lavoro impattando negativamente sui livelli occupazionali.
Ho perfettamente chiaro quanto sia difficile oggi per imprese incardinate storicamente e quasi esclusivamente all'interno della filiera produttiva alla committenza di Piaggio raggiungere una soglia di equilibrio e di autonomia tra la capacità di ottimizzare i costi, stare sul mercato e mantenere i posti di lavoro.
Accanto a queste difficoltà che valgono purtroppo per un territorio intero e per cui è urgente ed indifferibile dare risposte in termini di strategie di politica industriale delle due ruote e dell'automotive ad un tavolo nazionale che tenga insieme Governo, aziende produttrici e rappresentanti dei lavoratori, corre però parallelo il bisogno di gestire ogni singola questione di crisi ed ogni vertenza con la massima attenzione per limitare al massimo ed al meglio l'impatto sociale che la riduzione dell'occupazione viene a creare.

Per questo motivo a proposito della vertenza riguardante le Officine Ristori invito pubblicamente tutti i soggetti che hanno competenza per farlo, tra cui in primo luogo la proprietà, a fare uno sforzo ulteriore e nuovo per capire, approfondire, valutare, misurare, sondare ancora ed ancora tutte le possibili soluzioni che, partendo certamente dall'accordo già concluso sulla riorganizzazione e sugli esuberi, cerchino punti di caduta idonei a limare e graduare nei numeri, nelle modalità e nelle conseguenze l'impatto sociale che rischia di assumere la vertenza.
Non ho mai dubitato che lo Stato ed il sistema pubblico delle istituzioni abbiano fatto e facciano bene a sostenere la funzione sociale dell'impresa ed il ruolo degli imprenditori: senza questa leva non si creerebbero né ricchezza né sviluppo né occasioni di impiego.
Allo stesso modo, anzi nondimeno, ho sempre ritenuto che quella funzione dell'impresa dovesse e debba ammantarsi di una responsabilità sociale che ritenga i lavoratori non semplici numeri né il lavoro un semplice costo.
Occorre davvero, fino in fondo ed a carte scoperte, in situazioni di ridimensionamento inevitabile come quella che ha attraversato e sta attraversando la Ristori, che si faccia da parte dell'azienda ogni sforzo per capire e far capire con ogni strumento a disposizione se, quanto e come quel numero di esuberi programmato possa oggi esser ridotto ed attenuare così il peso sociale che si porta dietro.

Prima di proseguire senza possibilità di ritorno negli intendimenti dichiarati, invito pertanto la proprietà dell'azienda, a misurarsi ed approfondire nei prossimi giorni ogni possibile ipotesi, ancora una volta, ad un tavolo in Regione dove ho trovato ancora l'attenzione e la disponibilità del Presidente Rossi e di Gianfranco Simoncini che, nuovamente e pubblicamente, ringrazio.
Non penso e non credo che questo ulteriore passaggio sia tempo sprecato e legato ad un semplice esercizio di stile; sono invece convinto che la battaglia ed i sacrifici che stanno portando i lavoratori ed i sindacati sulle proprie spalle meriti, direi esiga, un altro passaggio di merito sui contenuti e sugli scenari.
Solo una apertura responsabile e trasparente di questo tipo, pur faticosa quanto non può non essere, aiuterà tutte le parti della vertenza, ad uscire dalle “secche” in cui si è incagliata; per il bene dell'azienda e di tutti i suoi lavoratori.

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