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Cronaca

Operazione antidroga fra Pisa e Livorno: la GdF arresta otto persone e sequestra 16 kg di hashish

I nuclei della Polizia Tributaria di Livorno e Pisa, insieme all'unità cinofila, in mattinata hanno eseguito 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere. Quattro di loro erano domiciliati fra Pontedera e Ponsacco. Sgominata una banda di professionisti

Spacciavano a Livorno, si rifornivano nel nord d'Italia ed a Pisa c'era il centro di smistamento. La Guardia di Finanza dei nuclei di Polizia Tributaria di Livorno e Pisa ha eseguito nelle prime ore di questa mattina l'operazione "Suv" che in totale ha portato alle manette otto persone: 4 cittadini di origine marocchina, un campano di Torre Annunziata e 3 livornesi. Cinque le misure cautelari ai danni dei 4 stranieri e del campano, tutti già noti alle forze dell'ordine. Sequestrati in tutto 16,3 chilogrammi di hashish, oltre le provviste attive giacenti sui conti correnti dei soggetti. L'organizzazione aveva tutti i caratteri della professionalità, con un rodato meccanismo di contatti e procedure che sfruttavano anche la compiacenza di giovani ragazzi incensurati, che prestavano la loro opera come corrieri.

L'indagine è partita dall'arresto in flagranza di D.V., livornese di 38 anni, trovato con mezzo chilo di hashish ricevuto dal campano G. S., anni 29. Dall'agosto 2014 sono così iniziati appostamenti, pedinamenti, perquisizioni e intercettazioni per ricostruire la rete di traffico di droga presente, che ha così condotto gli inquirenti ai 4 marocchini domiciliati fra Pontedera e Ponsacco, tutti fra i 32 ed i 28 anni. Erano loro (E. S., N. D. e in particolare B. S., D. A.) a curare l'approvvigionamento e la diffusione dello stupefacente prima da Milano e dall'Emilia, nell'ultimo periodo da Firenze e Castelfranco di Sotto. La vendita dei panetti avveniva poi a Livorno, diventato il loro mercato di riferimento. Nell'ambito delle operazioni sono stati arrestati anche altri due livornesi, L. M. di 24 anni e M. A. di 20, individuati come clienti del gruppo.

L'organizzazione era capillare e studiata nei minimi dettagli: la droga veniva occultata di notte in terreni agricoli isolati o capannoni abbandonati; i membri del sodalizio si davano appuntamento in luoghi appartati con telefoni cambiati ogni mese o sui social network con messaggi criptati; usavano auto a noleggio o intestate a familiari, frazionando le dosi da vendere in piccole parti che venivano affidate a ragazzi incensurati o con pochi precedenti, che da corrieri si assumevano la colpa se venivano scoperti. I 5 soggetti colpiti da misura in carcere sono stati condotti al carcere "Le Sughere" con divieto di comunicazione fra loro.

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