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Cronaca San Rossore

San Rossore, divieto di pesca delle 'cee': controlli serrati dell'Ente Parco

La pesca illegale degli avannotti di anguilla provocano danni ingenti alla riproduzione della specie e quindi anche alla pesca regolare e all'economia. L'Ente Parco ha predisposto controlli per impedire e sanzionare tale pratica

Stretta dell’Ente Parco regionale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli contro la pesca illegale degli avannotti di anguilla, conosciuti localmente anche col nome di 'cee': il direttore del Parco Andrea Gennai, in collaborazione col Servizio Vigilanza dell’Ente Parco, col Corpo Forestale dello Stato, con la Capitaneria di Porto e con la Provincia di Pisa, ha deciso di intraprendere una forte azione in questa direzione per ridurre il grave danno ecologico ed economico che deriva da tale attività illegale.

L’attività di pesca delle 'cee' ha infatti non solo gravi conseguenze di natura ambientale, che stanno alla base delle normative comunitarie e nazionali di riferimento, con la previsione del divieto assoluto di questa tipologia di pesca, ma anche ripercussioni serie sulle attività regolari di pesca dell’anguilla nelle acque interne di tutta la Toscana. L’esercizio di tale pratica illegale è ancor meno accettabile in un’area protetta e nei corsi d’acqua interni ad essa.

L’anguilla è uno dei pesci più straordinari delle nostre acque, se non altro per gli spostamenti che fa per riprodursi, viaggiando fino al Mar dei Sargassi e da qui ritornando sotto forma di avannotto.
Proprio questi avannotti, da noi chiamati tradizionalmente 'cee', arrivano dal Centro America ai nostri fiumi per risalirli addirittura fino alle sorgenti, dove dovrebbero diventare adulti: una fatica immane, oggi resa ancora più difficile dalla qualità delle acque dei fiumi e soprattutto dai moltissimi sbarramenti artificiali presenti lungo il loro corso.
Le acque interne della Toscana e di tutto il Paese stanno così spopolandosi di anguille, facendo registrare una drastica diminuzione di questi animali, tradizionalmente sempre piuttosto numerosi, e causando danni economici seri all’altrettanto tradizionale pesca effettuata nel pieno rispetto delle regole.

Per ovviare a questo problema, l’Unione Europea sta finanziando progetti per l’allevamento di 'cee' e il rilascio delle giovani anguille nei tratti interni dei fiumi toscani: nella nostra zona la Provincia di Pisa ha realizzato un apposito incubatoio, proprio nella Tenuta di San Rossore, dove le giovanissime anguille vengono allevate con cura fino a quando non raggiungono dimensioni tali da poter essere liberate nei fiumi toscani.

In questa situazione è evidente che la pesca delle 'cee' appare inaccettabile non solo per l’enorme impatto sulla specie (per un semplice piatto di 'cee' si uccidono molte centinaia di animali) e sull’ecosistema in generale, ma anche per il colpo mortale che questa attività illegale inferisce alle forme di pesca regolare dell’anguilla, che è un’antica tradizione ed un’attività importante dal punto di vista economico.

Il direttore del Parco naturale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli Andrea Gennai invita cittadini e pescatori sportivi a non pescare le “cee” e a non introdurre nell’area protetta regionale neppure gli attrezzi utilizzati per la cattura, espressamente vietati dal regolamento: sono infatti previste  pesantissime sanzioni amministrative (fino a diverse migliaia di euro), oltre alla confisca del pescato e delle attrezzature. Laddove possibile, le 'cee' che venissero confiscate saranno donate alla Provincia di Pisa, per il loro utilizzo nell’incubatoio e la successiva liberazione nei fiumi toscani.

Nei giorni scorsi il direttore ha inoltre inviato al personale addetto alla vigilanza nell’area protetta una direttiva affinché vengano predisposti adeguati servizi di controllo, prevenzione e repressione, concordando auspicabili forme di coordinamento e collaborazione con le altre amministrazioni competenti.

"Un appello va infine a tutti coloro che dovessero riscontrare o essere a conoscenza di attività di pesca illegale delle 'cee' - conclude il direttore del Parco - a loro chiedo di segnalare tempestivamente al Servizio Vigilanza dell’Ente Parco (vigilanza@sanrossore.toscana.it) ed alle altre autorità di controllo, casi sospetti all’interno del Parco naturale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli".

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