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Cronaca Centro Storico / Via Giordano Bruno

Piano di recupero del Distretto 42, Diritti in Comune si oppone: "Speculazione privata su un bene comune"

Il gruppo consiliare ha presentato numerose osservazioni al progetto esecutivo, chiedendo la realizzazione di un percorso condiviso e partecipato

Un 'no' secco, perentorio e dettagliato. E' la risposta e la posizione che Diritti in Comune riserva al piano di recupero dell'ex Distretto 42 in via Giordano Bruno, nel cuore del quartiere di San Martino, oggetto ormai da quasi venti anni di un progetto per la riqualificazione e la riconsegna alla città e alla sua popolazione. Dal 2005, anno di dismissione della struttura militare con il conseguente passaggio al demanio, a oggi, si è passati nel 2017 attraverso l'assegnazione del lotto al Fondo Investimenti per la Valorizzazione - Comparto Extra di Cassa Depositi e Prestiti, con l'obiettivo dichiarato sulla carta di allestire un progetto di housing sociale e restyling di aree verdi pubbliche.

"Abbiamo il forte sospetto che nei fatti non verrà realizzato ciò che è stato dichiarato dal Fondo nel 2017 - denuncia il gruppo consiliare Diritti in Comune - suffragato dall'appoggio dell'attuale giunta. Purtroppo per la cittadinanza la speranza di vedere riaprire la piazza e il parco Andrea Gallo ancora una volta vengono vanificate dagli appetiti speculativi dell'alta finanza". Diritti in Comune spiega più nel dettaglio i motivi per i quali c'è molta preoccupazione riguardo all'obiettivo dell'housing sociale: "Nei fatti si pensa di realizzare solo un alveare di micro appartamenti (73), incastrati nel già denso tessuto urbano del quartiere storico di San Martino, con spazi angusti, poco funzionali e senza fornire i necessari servizi accessori, senza spazi comuni o condivisi che dovrebbero arricchire la qualità dell’abitare".

Ma più di tutto, il punto che maggiormente ha attirato le critiche e la ferma opposizione del gruppo consiliare alla realizzazione del progetto è quella che viene definita "clausola capestro. Si prevede nella stessa convenzione tra il Comune e la società proprietaria di Fondo di Investimenti, Investire SGR S.p.A., la possibilità esplicita di derogare alla destinazione di housing sociale nel caso in cui gli equilibri finanziari dell'operazione venissero a mancare, in palese contrasto con l'atto di indirizzo approvato dal Consiglio comunale nel 2017 e senza che sia stato presentato alcun Piano finanziario e di fattibilità economica". "Ad aggravare lo scenario  - prosegue il gruppo consiliare - sono i criteri di accesso discriminatori sulla storicità della residenza già dichiarati incostituzionali, gli assurdi vincoli sul reddito e l’accanimento su quanti, sempre più numerosi a causa della crisi economica acuitasi di recente con la pandemia, si sono trovati precedentemente in condizioni di morosità incolpevole o occupazione senza titolo". Senza dimenticare il conseguente aumento del carico urbanistico sui flussi di traffico, sulle fognature e sulla raccolta dei rifiuti.

"Tutti aspetti che abbiamo evidenziato nelle osservazioni presentate al progetto, che verranno prese in esame nell'arco di un paio di mesi dalla Commissione urbanistica" conclude Diritti in Comune. "L'unica strada è il ritiro di questo piano e la ripartenza attraverso un percorso realmente partecipato e condiviso".

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