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Cronaca Cep / Via Gentile da Fabriano

Misericordia: mobilità e cassa per i dipendenti, ma i sindacati dicono no

La proposta del commissario dell'ente pisano è dura e inaspettata e prevede un netto taglio ai lavoratori che, a detta di Cgil-Cisl-Uil, sono costretti a pagare per errori commessi da altri in passato

Ventiquattro dipendenti in mobilità (compresi gli 8 collaboratori della collegata Coop La Fratellanza) e altri diciassette in cassa integrazione a rotazione. E' questo il succo del piano di risanamento della Misericordia di Pisa presentato ieri dal commissario Stefano Ragghianti che è subentrato alla guida dell'ente dopo l'ammutinamento dei dirigenti in seguito alla situazione che si era creata. La Misericordia pisana ha accumulato infatti debiti per circa 7 milioni di euro che ne hanno messo a rischio la sopravvivenza e che, dopo appunto una girandola di dimissioni dei vertici, ne hanno aperto le porte del commissariamento.

Il provedimento di Ragghianti è stato duro e inatteso da Cgil-Cisl-Uil che infatti lo hanno respinto. "E' una cura da cavallo inaccettabile - ha commentato Michele Orsi della Fp Cgil - e che scarica sui dipendenti responsabilità di altri". La soluzione prospettata da Ragghianti prevede dunque una riduzione immediata della pianta organica di due terzi sui 71 dipendenti complessivi che conta tuttora la Misericordia pisana. Secondo quanto avrebbe detto Ragghianti ai sindacati, "quello attuale è un esubero strutturale e non recuperabile".

"Ci aspettavamo un piano di riorganizzazione - ha aggiunto Orsi - e invece ci siamo trovati di fronte alla proposta di tagli indiscriminati che fanno pagare ai lavoratori la cattiva gestione degli anni passati". Tra le soluzioni prospettate dal commissario per diminuire il debito c'é anche la riduzione a tempo determinato dell'orario di lavoro di capiservizio e coordinatori di reparto per risparmiare sulla gestione che potrebbe prevedere anche la cessione in affitto di alcuni immobili e strumentazioni per reperire altri fondi.

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