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Cronaca

Polo Carmignani occupato: gli universitari si schierano in difesa del popolo curdo

Dopo l'inizio delle operazioni militari turche nella regione del Rojava, il Collettivo universitario autonomo ha occupato il polo nella serata di giovedì 1 dicembre

Dalla serata di giovedì 1 dicembre il Polo Carmignani è occupato. La protesta, guidata dai rappresentanti del Collettivo autonomo universitario, è stata provocata da quello che sta sta accadendo nei territori della Siria del nord e dell’est. "Dalle prime ore di domenica 20 novembre, infatti, è iniziata l’operazione militare 'spada ad artiglio', e da quel momento sono in corso intensi bombardamenti aerei da parte dello stato turco nei confronti dei territori autonomi della Siria del nord e dell’est (Rojava). Operazioni militari e repressive si stanno registrando anche nelle montagne irachene e nella zona del Kurdistan iraniano, dove da mesi continuano le proteste in seguito all’uccisione di Jina Mahsa Amini".

"Il presidente turco Erdogan - continuano gli studenti - ha già dichiarato che queste operazioni sono solo l’inizio, e che presto comincerà un’invasione via terra. Le popolazioni che in questo momento sono sotto attacco sono le stesse che negli anni passati sono state in prima linea nella lotta contro l’Isis, lo stato islamico che aveva portato terrore e morte anche in Europa. Oltre ad aver sconfitto l’Isis, proprio in quei territori liberati da undici anni è stato avviato un esperimento di democrazia e convivenza pacifica fra i popoli, un sistema che si basa fra le altre cose sulla libertà delle donne e sull’ecologia".

"Pensiamo che l’attacco a quei territori sia un attacco che miri a distruggere quell’esperienza democratica, e questo per noi è inaccettabile. In particolare, abbiamo deciso di occupare l’Università di Pisa perché in quanto istituzione accademica è coinvolta direttamente con le operazioni militari di questi giorni. La Turchia, infatti, oltre ad essere il secondo esercito della NATO, è uno dei principali acquirenti di armi 'tecnologiche' prodotte in Italia da aziende come la Leonardo S.p.A., che ha una sede proprio ad Ankara, e con la quale i nostri atenei hanno da anni strette collaborazioni di ricerca e produzione di materiale bellico. Chiediamo che venga fatta immediata chiarezza su questa partnership".

"Vogliamo sapere per chi e in funzione di che cosa sviluppiamo i nostri progetti di ricerca - chiedono gli universitari - e soprattutto vogliamo la cessazione immediata di ogni rapporto fra l’Università di Pisa e aziende mortifere come Leonardo S.p.A". E poi lanciano un appello: "Chiediamo al nuovo Rettore, Riccardo Zucchi, e all’intero corpo docente di prendere posizione pubblicamente contro ciò che sta accadendo, stralciando in primis gli accordi con Leonardo S.p.A. Invitiamo l’intera comunità accademica e tutta la cittadinanza pisana a mobilitarsi in qualunque forma a sostegno del popolo curdo e della rivoluzione del Rojava".

Il Polo Carmignani occupato - Pagina Facebook Collettivo autonomo universitario

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