Carcere Don Bosco, il sindacato si ribella: "Poliziotto cameriere? No, grazie!"
Contestata la disposizione del direttore del carcere che obbliga gli agenti a consegnare il contenitore del pasto ai detenuti. Non sarebbero rispettate le norme igieniche, inoltre la mansione non rientra tra quelle del corpo di Polizia Penitenziaria
Bocciata la figura dell'agente di Polizia Penitenziaria che, all'ora dei pasti, si trasforma in...'cameriere'.
Il Si.P.Pe. (Sindacato di Polizia Penitenziaria) interviene in merito ad una decisione del direttore del Carcere di Pisa che obbliga il personale di Polizia Penitenziaria a ritirare il contenitore del pasto e a consegnarlo ad un detenuto. Secondo il segretario generale del Si.P.Pe. Alessandro De Pasquale, i contenuti dell'ordine di servizio del direttore del Carcere appaiono opinabili rispetto ai compiti degli appartenenti del Corpo di Polizia Penitenziaria che non sembrano essere quelli di 'porta vitto'.
De Pasquale ritiene che la vicenda riguardi anche l'aspetto igienico sanitario del trasporto di un alimento. "La fase del trasporto degli alimenti, sebbene confezionati - dichiara il Si.P.Pe. - rappresenta la più delicata e sensibile tra quelle dell'intera filiera alimentare, perché il consumatore finale non è in grado di sapere se i prodotti che arrivano sulla tavola sono stati trasportati con mezzi, persone e condizioni igieniche idonee".
Il Si.P.Pe. alla luce di ciò, in considerazione del fatto che il personale di Polizia Penitenziaria non ha le specifiche competenze in merito alla distribuzione degli alimenti al consumatore finale, ha chiesto al Provveditore di impartire le dovute disposizioni al direttore del Penitenziario di Pisa affinché, sulla vicenda, adotti provvedimenti in linea con le disposizioni del cosiddetto 'pacchetto igiene' e con quelle relative ai compiti istituzionali del Corpo di Polizia Penitenziaria.