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Cronaca

Coronavirus: posti letto nelle strutture Sds per i senza fissa dimora

Si stima al momento che a Pisa per strada vivano circa un'ottantina di persone

Saranno a disposizione nuovi posti letto per le persone senza dimora nelle strutture della Società della Salute della Zona Pisana, per far sì che anche loro possano adeguarsi alle norme di comportamento dettate dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri dell’11 marzo per contenere la diffusione del Coronavirus.

Al momento il Centro di Accoglienza Progetto Homeless, la struttura della Società della Salute della zona pisana di via Conte Fazio, che ospita un asilo notturno e un centro diurno per i senza dimora, ha garantito 20 posti letto - anziché i 28 disponibili in pieno regime - per ottemperare alle norme di sicurezza socio-sanitaria. Ma la società Salute si sta organizzando per fornire ulteriori posti letto, di cui 8 nella struttura dell’ex centro di accoglienza per cittadini immigrati in via Livornese e altri 4 al centro diurno per senza dimora 'Binariozero' presso la Stazione di San Rossore, per arrivare a un totale di 32 posti. E anche per garantire la fornitura dei pasti in tutte e tre le strutture. Gli accessi in orario diurno per doccia, colazione e lavatrice, sia al Centro di via Conte Fazio che a Binariozero, sono scaglionati e permessi solo a persone dotate del buono distribuito dall’unità di strada.

L'unità di strada continua regolarmente la propria attività quotidiana in tre turni (mattina, pomeriggio e sera) dando informazioni alle persone in strada, monitorando il territorio e distribuendo pasti nell’orario serale. Si stima che attualmente siano circa un’ottantina le persone senza dimora al momento presenti a Pisa. Il numero è un po’ più basso della media annuale perché gli spostamenti sono limitati a causa delle misure restrittive per il coronavirus.

"Ci stiamo adoperando dal punto di vista igienico-sanitario per evitare la diffusione della malattia tra le persone senza dimora - dice in una nota la presidente della Sds pisana Gianna Gambaccini - e anche per monitorare la situazione del territorio da un punto di vista della sicurezza e del decoro. Siamo consapevoli della necessità che i presidi siano dotati di dispositivi di sicurezza individuali. Per questo sto preparando un documento a mia firma per chiedere alla Regione e all’azienda Usl che siano forniti al più presto sul territorio al fine di tutelare gli operatori che lavorano al dormitorio e nelle Rsa. Se questo non avviene si rischia il blocco delle attività delle cooperative".

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