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Cronaca Centro Storico / Piazza Santa Caterina

Stabilizzazioni ridotte, precari del Cnr in piazza: "Dalla politica solo promesse"

Votata in Senato la previsione di fondi per potenziali 2.000 lavoratori a fronte della richiesta di 8.800, ora toccherà alla Camera. Fischi alle istituzioni dai manifestanti in Piazza Martiri della Libertà: "Siamo indignati"

Sale il tono della protesta dei precari della ricerca, rappresentati a Pisa dal Cnr Occupato e sorretti dalla vertenza portata avanti dall'Unione Sindacale di Base. In occasione della visita al Sant'Anna del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del ministro all'Istruzione, Università e Ricerca Valeria Fedeli i manifestanti hanno tenuto un presidio la mattina di oggi, 1 dicembre, in Piazza Martiri della Libertà, chiedendo anche di incontrare la più alta carica dello Stato. Il faccia a faccia non c'è stato, ma a Mattarella è stata indirizzata una lettera dove si ripercorrono le ultime vicende legate al disegno della Legge di Stabilità, che nei giorni scorsi al Senato ha previsto la stabilizzazione di circa 2.000 precari della ricerca. Una quota ben diversa dalle 8.800 unità richieste ed indicate dal documento presentato a novembre Roma alla vicepresidente del Senato Rosa Maria di Giorgi, incontro dove era presente anche il sindaco di Pisa Filippeschi.

"L'emendamento votato 3 giorni fa ci ha lasciato allibiti - ha spiegato Stefania Pieroni - ormai diciamo che all'incontro precedente abbiamo ricevuto un abbraccio mortale". Tante le problematiche dell'attuale previsione, che dovrà adesso passare dalla Camera per la definitiva approvazione, da concludersi necessariamente entro fine anno: "Si parla di circa 2.000 stabilizzazioni per ricercatori e tecnologi, per cui di base si tagliano fuori tecnici ed amministrativi, che rappresentano il 35% dei lavoratori, al pari fondamentali per la ricerca. Inoltre molti di questi sono inquadrati con forme contrattuali al ribasso, quindi doppiamente colpiti. I fondi stanziati inoltre valgono per 1.000 unità, dato che il 50% della copertura dei 2.000 posti dovrà essere garantito dagli enti di ricerca stessi, e quindi viste le difficoltà finanziarie non è detto che nemmeno questa quota sia garantita. In sostanza non c'è nulla di certo. Tutto questo indigna, visto l'appoggio che abbiamo ricevuto al momento dell'incontro a Roma ed il supporto anche del sindaco e della mozione votata all'unanimità in Consiglio Comunale. Tante parole e promesse, ma poi è arrivato questo emendamento della stessa maggioranza che ha smentito quanto precedentemente sostenuto".

La media del tempo di precariato al Cnr di Pisa è di circa 10-15 anni per lavoratore, con la tipica trafila che vede il passaggio dalla borsa di studio all'assegno di ricerca finendo con il contratto a tempo determinato che viene reiterato. Un sistema che non tutela il lavoro di continuità degli operatori: "E' una logica aziendalistica fatta per ridurre i costi". La prospettiva di lungo termine, in assenza di fondi propri, rende necessario il reperimento di risorse esterne, anche da privati. "Il pubblico dovrebbe tutelare la ricerca di base - ha concluso Stefania - il pericolo è arrivare a dipendere da fondi le cui proprietà poi dirigeranno le finalità, quindi non si farà più ricerca ma servizi. Ne pagherebbero campi più settoriali, come la ricerca per le malattie rare".

La mobilitazione lanciata dall'Usb ha come tappa fondamentale il prossimo sciopero del 5 dicembre, con la manifestazione a Roma in Piazza Montecitorio davanti alla Camera dei Deputati, proprio nella data del secondo passaggio nell'iter di approvazione del disegno di Legge di Stabilità. "Abbiamo visto sindacati portare numeri al ribasso sui precari - ha detto Cinzia Dalla Porta di Usb - mentre in altre vertenze per enti di ricerca si è vinto ottenendo le stabilizzazioni richieste. Si può avere la copertura per tutti gli 8.800 lavoratori, i 300 milioni stimati non sono nulla in confronto ad esempio ai 20 miliardi previsti per il Monte dei Paschi. Dopo il sostegno di tante forze politiche ora servono le scelte nette del governo. Lavoreremo fino al 5 per degli emendamenti in questo senso".

In piazza è stata espressa anche la vicinanza alla vertenza degli operai della Piaggio e dei collettivi studenteschi di università e scuole superiori. "Volevamo essere qua con voi ma la Polizia non ci ha fatto entrare in piazza - ha detto in un intervento una giovane laureata - abbiamo motivi di protesta diversi, come la Buona Scuola e l'alternanza scuola-lavoro, ma siamo uniti nel voler cambiare le cose". Valter Lorenzi, del movimento Eurostop: "Siamo qua anche noi per protestare contro un'Europa costruita per il mercato e non per le persone, dove decisioni dall'alto vincolano i governi ed immiseriscono i popoli. Siamo per un'integrazione delle genti ed una Europa diversa, dove ad esempio il lavoro si paga sempre ed il giusto. Il precariato è un problema quanto il lavoro gratuito volontario, che sfrutta i migranti che infatti sono qua in protesta, e finisce per creare ribasso delle condizioni di lavoro e razzismo".

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