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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

All'arcivescovo Giovanni Paolo Benotto il 14° 'Asino che raglia'

Il premio ideato da Franco Falorni e scolpito da Luca Verdigi è stato consegnato all'auditorium Toniolo

Auditorium Toniolo gremito. L’arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto ha ricevuto nel pomeriggio di mercoledì 21 dicembre il 14° premio 'LAsino che Raglia' "per la grande capacità di ascolto, [...] la determinazione a non cedere di fronte ai passaggi più difficili, [...] pronto a fermarsi, a impuntarsi con ostinazione quando si tratta di annunciare e di offrire una visione 'altra' in mezzo alle lusinghe del mondo. [...] Per la disponibilità totale, senza se e senza ma, a donarsi a Dio e a farsi carico dei pesi della Chiesa Pisana [...] con umiltà, con pazienza, con serenità, con mente e cuore aperti alla Provvidenza, e con uno sguardo di amore che ci abbraccia tutti".

L'asino era la cavalcatura dei principi e dei re, in tempi di pace. Lo ha ricordato questo pomeriggio Giuseppe Meucci, neurologo e membro del Consiglio d’amministrazione della Fondazione Maffi leggendo le motivazioni dell’Asino che Raglia assegnato all’arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto. Il premio, ideato e curato dallo studio Franco Falorni, giunge alla quattordicesima edizione dopo aver già premiato negli ultimi anni personalità di spicco come Emanuele Rossi (2019), Paolo Malacarne (2020) e Angela Gioia (2021). E' di Luca Verdigi la scultura consegnata a sua eccellenza, un asino che raglia, appunto, che guarda in alto, teso a raggiungere uno scopo, a lasciare un segno.

"L’Asino è un animale amico - sottolinea Falorni - un animale che racchiude nella sua figura e nel suo operare, le virtù dell’umiltà, della fortezza e della gioia. Il raglio dell’asino è parola, canto, grido, per esortare l’amico uomo a non mollare mai il cammino intrapreso per lasciare una chiara e sana traccia in questa vita terrena". Nell’immaginario collettivo, si sa, l’asino è la bestia da soma, per eccellenza, ma c’è anche altro. E' sufficiente pensare ai nostri presepi, dove non mancano mai il bue e l’asinello, o ancora, e di più, all’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme in groppa ad un asino a significare il suo essere re giusto, vittorioso e umile. "Un rovesciamento dei valori - ha continuato Meucci - che ci aiuta a delineare e a sottolineare lo spessore, le qualità, il carisma della persona e della missione del nostro arcivescovo, di Giovanni Paolo Benotto".

Ecco la motivazione: Per prima cosa la capacità di ascoltare, con orecchie lunghe, le persone e le realtà nuove; di scrutare, con occhi grandi, l'orizzonte, per individuare le tracce di un cammino secondo il Vangelo, inerpicandosi fin nei territori più remoti dei nove Vicariati in cui si articola la Diocesi di Pisa. Come secondo elemento la determinazione a non cedere di fronte ai passaggi più difficili, di resistere nella propria testimonianza, anche in un ambiente che si possa presentare ostile; pronto a fermarsi, a impuntarsi con ostinazione quando si tratta di annunciare e di offrire una visione 'altra' in mezzo alle lusinghe del mondo. Dotato della forza per richiamare il gregge, e all’occorrenza lanciare alto il proprio 'raglio' per dare un segnale, un orientamento, un'indicazione.

Il tutto intessuto su una disponibilità totale, senza se e senza ma, a donarsi a Dio e a farsi carico dei pesi della Chiesa Pisana (e non solo, visti gli incarichi ricoperti ai vari livelli ecclesiali, con relativi carichi da portare) sempre con umiltà, con pazienza, con serenità, con mente e cuore aperti alla Provvidenza, e con uno sguardo di amore che ci abbraccia tutti. Il premio è stato consegnato da tre 'Fratelli Preziosi' (come si chiamano alla Maffi gli assistiti delle sue strutture): Valerio Breda, Renzo Fantastici ed Emilia Lavoratti.

"Ringrazio Franco Falorni e tutti coloro che oggi hanno offerto la loro testimonianza in occasione di questa cerimonia - ha commentato Giovanni Paolo Benotto - e accolgo questo premio immaginando che sia rivolto non tanto a me, quanto al ruolo che rappresenta l’arcivescovo, con le relazioni che intesse a tanti livelli e che costruiscono la vita di una comunità. Grazie". Tra le autorità presenti anche Lamberto Maffei, neurobiologo di fama internazionale, professore emerito della Scuola Normale Superiore di Pisa, past president dell'Accademia Nazionale dei Lincei che ha presentato una riflessione sul suo ultimo libro "Platero e i colori del mondo" (Studium, 2022), un’avventura letteraria in dodici racconti, tappe di un intenso romanzo di formazione che, non a caso, hanno come protagonista un asino. Presenti tra gli altri anche il vice sindaco di Pisa Raffaella Bonsangue, il presidente dell’OPA Pierfrancesco Pacini e il vescovo di Pescia monsignor Roberto Filippini.

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