La corsa al Rettorato: le proposte di Giuseppe Iannaccone
Professore di Elettronica nei corsi di studio del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, è il più giovane tra i candidati in lizza
Il prossimo 20 settembre si aprirà il primo turno delle elezioni che porteranno alla scelta del rettore che raccoglierà l'eredità di Paolo Mancarella e guiderà l'Università dal 2022 al 2028. I candidati in lizza per la carica sono tre: Giuseppe Iannaccone, Michele Marroni e Riccardo Zucchi.
Procedendo in ordine alfabetico, andiamo a presentare le idee che animano il programma di mandato proposto da Giuseppe Iannaccone, nato nel 1968 ad Avellino, vive a Pisa con la moglie e i tre figli. E' professore di Elettronica presso l’Università di Pisa, dove si è laureato nel 1992. E' fortemente impegnato nella ricerca scientifica, soprattutto nel settore della nanoelettronica, in una ricerca di frontiera tra l’ingegneria e la fisica, che affronta problemi scientifici fondamentali e applicativi per realizzare strumenti di calcolo e comunicazione sempre più potenti e sempre meno energivori. Ha coordinato 6 progetti di ricerca europei e 3 nazionali e ha partecipato come responsabile di partner in altri 18. Al momento ha 7 progetti europei in corso (di cui 2 FET del pilastro Excellent Science che al momento coordino) e svolge la ricerca in collaborazione con numerosi gruppi di ricerca accademici e industriali in tutto il mondo.
Per l'Università di Pisa si apre una fase di grandi sfide?
"Siamo di fronte a uno scenario denso di ostacoli e congiunture negative, ma altrettanto ricco di opportunità da sfruttare. Ritengo che il nostro Ateneo negli ultimi dieci anni sia rimasto eccessivamente ancorato su posizioni statiche. Un numero su tutti evidenzia questo aspetto: il numero delle matricole nella nostra Università, nel 2021, è lo stesso del 2011. In tutti gli altri Atenei italiani questo dato invece è in crescita: ciò significa che a Pisa, in relazione alle altre sedi nazionali, sono arrivati sempre meno studenti. Ecco perché ritengo cruciale l'aumento e il miglioramento della capacità di attrarre un numero maggiore di studenti italiani e stranieri: i finanziamenti seguono il flusso delle iscrizioni e con un trend negativo anche le risorse da investire calano"
"Un altro punto cruciale su cui insistere è il potenziamento della ricerca puntando a intercettare e raccogliere fondi e bandi nazionali e internazionali.
Il terzo punto cruciale del panorama delle sfide che ci attendono, che può riassumere ciò che ho appena detto, è quello dell'innovazione. L'Università di Pisa deve cambiare passo e avvicinarsi alla realtà del mondo nel quale si muove: è un punto di debolezza che deve essere affrontato con rigore e grande organizzazione. Penso che ci sia un doppio binario da seguire in questo ambito: miglioramento e ampliamento dell'offerta formativa per gli studenti; transizione completa al digitale del comparto tecnico-amministrativo con conseguente riorganizzazione e formazione del personale".
C'è un aspetto del sessennio di Paolo Mancarella che ha presentato le maggiori criticità?
"Batto sempre sullo stesso tasto: la capacità di attrarre nuovi studenti e la riorganizzazione della parte tecnica e amministrativa. Ma indubbiamente anche nell'ambito della ricerca si poteva fare decisamente meglio. Chi lavora in questo campo rende ogni giorno l'Ateneo pisano un punto di riferimento nazionale e internazionale, ma attorno a noi i 'concorrenti' corrono velocissimi per stare al passo con le innovazioni. In questo senso abbiamo accumulato un ritardo che deve essere colmato: dobbiamo lavorare meglio per intercettare più fondi attraverso progetti meglio spendibili, più calati nelle esigenze e necessità palesate dal mondo che circonda e nel quale è immerso l'Ateneo".
Anche l'offerta formativa quindi deve essere aggiornata con le esigenze e le necessità del mondo 'esterno'?
"I corsi erogati dall'Università devono essere commisurati alle richieste del Paese, e allargando lo sguardo anche dell'Europa. Viviamo in una realtà in cui, attraverso un clic, è possibile comunicare in tempo reale con tutto il mondo: proporre percorsi di formazione attuali è cruciale per l'attrattività dell'Ateneo. Corsi di laurea erogati in lingua inglese e i 'double degree' devono essere ampliati e incrementati".
"Un aspetto da sviluppare e potenziare è la comunicazione dell'Università: attraverso i progetti di ricerca, gli eventi organizzati e aperti alla cittadinanza, oltre naturalmente alle lezioni impartite dai Dipartimenti. Occorre migliorare la riconoscibilità nazionale e internazionale del marchio dell'Università di Pisa, così da conquistare e mantenere una fetta maggiore di bacino di utenza. Quando uno studente esce dall'esame di maturità e si trova di fronte a sé l'interrogativo di quale Università frequentare, Pisa deve obbligatoriamente comparire fra le prime tre scelte: questo deve essere l'obiettivo da raggiungere".
"Per rendere concreto questo traguardo è necessario disporre di un personale tecnico e amministrativo di qualità. Per alzare anche qui il livello si deve puntare alla formazione e all'assunzione di figure con le competenze richieste".
L'attrattività dell'Università può essere indebolita dalla presenza contemporanea delle due scuole di eccellenza?
"Chi frequenta la Scuola Normale e la Scuola Superiore Sant'Anna è, prima di tutto, uno studente iscritto all'Università di Pisa. Perciò questo pericolo non esiste. Inoltre queste due realtà sono un vanto per tutto il territorio e compongono, assieme all'Ateneo, una rete dalle potenzialità uniche in tutto il Paese".
Terza missione: cosa può dare l'Università alla città?
"Non si tratta di uno scambio univoco. Non è soltanto l'Ateneo che deve trasmettere qualcosa al territorio: la città, la sua provincia, costituiscono un organismo che vive e prospera grazie ai rapporti con l'Università. L'idea che Pisa esista esclusivamente grazie al suo Ateneo è del tutto sbagliata: tutte le istituzioni devono collaborare affinché i benefici ricadano sullo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio. Attraverso ad esempio la creazione di nuove imprese e l'innovazione dei processi tecnologici e industriali da applicare nelle aziende".