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Cronaca

Presidio in Rettorato degli studenti contro il decreto Draghi sulla ripartenza: "Diritto allo studio penalizzato"

Critico il sindacato sulle misure governative e la riduzione degli investimenti

Oggi, 13 maggio, gli studenti di Sinistra Per... sono scesi in piazza, radunandosi davanti al Rettorato dell’Università di Pisa, per esprimere il proprio dissenso circa la versione definitiva del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del Governo Draghi, che farebbe "significativi passi indietro rispetto alla precedente bozza per quanto riguarda diritto allo studio e tasse universitarie".

Carlotta Ceccarelli del collettivo di rappresentanza studentesca dichiara: "Nella versione definitiva è stato completamente eliminato l'ampliamento della no tax area per le tasse universitarie e contestualmente sono stati ridotti i finanziamenti complessivi per il diritto allo studio da 900 milioni a 500 milioni. Una scelta inaccettabile in un momento in cui stanno emergendo tutte le difficoltà economiche causate dalla pandemia a famiglie e studenti. Si prevede inoltre un forte ingresso dei privati nella realizzazione e gestione delle residenze universitarie: crediamo che un servizio pubblico indirizzato al supporto del diritto allo studio non possa intrecciarsi con gli interessi e la ricerca di profitto dei privati, che quindi sarebbero i reali beneficiari dei finanziamenti del PNRR. Come componente studentesca non siamo stati minimamente coinvolti nella definizione delle misure che riguardano il nostro futuro e oggi siamo scesɜ in piazza per ribadire le nostre priorità e per dire al Governo: non tagliateci fuori!".

Aggiunge Alice Caliendo di Sinistra per.. : "La pandemia e la crisi economica derivante hanno evidenziato quanto il sistema universitario, dopo decenni di tagli, sia precario e accessibile solo a chi dispone di sufficienti mezzi economici. Basti pensare che la contribuzione studentesca è aumentata del 60% dal 2005 al 2015. A poco sono serviti i finanziamenti effettuati lo scorso anno con il DL Rilancio perché gli Atenei potessero erogare bandi per l’attribuzione di dispositivi elettronici e ridurre la contribuzione studentesca. Riteniamo che l’unico modo per migliorare la società in cui viviamo sia assicurare una formazione valida e totalmente gratuita e per questo chiediamo da anni, a livello nazionale, un vero rifinanziamento dell’Università e del mondo della formazione. La pandemia non ha fatto altro che evidenziare e mettere in crisi le già scarse risorse dei singoli Atenei che dopo decenni di definanziamento, si ritrovano a corto di docenti, di spazi, di risorse. Servono politiche che riducano il costo dei canoni di locazione, così come delle convenzioni per la gratuità dei trasporti, servono più alloggi per la componente borsista così che ognuno, a prescindere dalla propria disponibilità di reddito, possa permettersi di rientrare in università. Nella didattica che vogliamo la componente studentesca è messa nelle concrete condizioni di disporre di tutte le risorse necessarie per l’apprendimento, sia fisiche che digitali, perché sia in grado di frequentare serenamente e di studiare bene e la versione definitiva del PNRR non va certo in questa direzione". 

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