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Daspo urbano a Pisa: "Le prime applicazioni dimostrano che è inutile e dannoso"

Diritti in Comune si scaglia contro la misura prevista dal decreto Minniti-Orlando: "Solo propaganda che non produce alcun miglioramento nella vita della città"

"Inutile e dannoso". E' questo il commento di Diritti in Comune, la formazione politica composta da Ucic-Prc, Possibile e Sinistra Italiana, sulle prime applicazioni in città del Daspo urbano, il provvedimento previsto dal decreto Minniti e la cui applicazione a Pisa è stata resa possibile a novembre scorso grazie al voto favorevole del Consiglio Comunale. "Sei persone allontanate a dicembre - scrivono gli esponenti di Diritti in Comune - e altre sei a gennaio: è questo il bilancio del provvedimento approvato col voto favorevole di Pd, Mdp, In lista per Pisa e Pisa è. Il numero estremamente limitato di applicazioni dice già molto della scarsa necessità ed urgenza del provvedimento, presentato invece come risolutivo dei problemi della città".

"Pisa - si chiede Diritti in Comune - adesso è più sicura? Davvero? Per rispondere, basta vedere a chi la Polizia Municipale ha applicato il provvedimento: sei delle persone coinvolte si erano stese sulle panchine dei giardini pubblici; tre vendevano senza autorizzazione; due hanno abbandonato dei rifiuti; una era ubriaca. Comportamenti molto differenti, alcuni innocui, altri da gestire come problematiche sociali, vengono affrontati tutti insieme dal decreto Minniti-Orlando e dalla giunta come problemi di sicurezza e decoro. Sanzioni pecuniarie (a chi magari è nullatenente) e ordini di allontanamento (a chi magari non ha dove andare) sono le uniche soluzioni proposte".

Secondo Diritti in Comune si tratta insomma di un provvedimento propagandistico che non produce "nessun miglioramento apprezzabile nella qualità della vita in città. In più sono anche ipocriti, perché trattano come questioni di ordine pubblico problemi sociali che chi governa ha spesso creato, attraverso i tagli alla spesa o la precarizzazione del lavoro. Invece di inseguire le destre sul terreno della guerra ai poveri, servono politiche radicalmente diverse, che redistribuiscano le risorse economiche, creino lavoro stabile, investano in riqualificazione urbana, alloggi e servizi pubblici di qualità, creino coesione sociale e vivibilità diffusa, consentano la reale partecipazione alle scelte da parte di tutti coloro che abitano il territorio".

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