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Cronaca

Profughi in provincia di Pisa, le Istituzioni tranquillizzano: "Nessun allarme ebola"

Gli assessori Capuzzi e Pagnin rassicurano i cittadini sulle condizioni dei migranti arrivati nella nostra provincia nelle ultime settimane. All'appello mancano ancora tre nigeriani, fuggiti subito dopo il loro arrivo

Non c'è alcun rischio epidemia, alcun allarme ebola. L'assessore al Sociale del Comune di Pisa e presidente della Società della Salute Sandra Capuzzi rassicura sulle ultime notizie che sono circolate circa la presenza di febbri tra i profughi, che si trovano nella tenuta di San Rossore e che sono arrivati lo scorso 21 marzo a Pisa. "Si parla di viaggi lunghi due mesi, se avessero contratto il virus dell'ebola non sarebbero arrivati vivi sulle coste italiane, visto che la malattia ha un decorso fulminante, circa 48 ore - afferma Capuzzi - quando arrivano a Lampedusa vengono già sottoposti ad un primo controllo, in caso di febbre alta vengono tenuti in isolamento per gli approfondimenti del caso. I 40 ragazzi arrivati a Pisa sono stati visitati subito nei primi giorni, è per questo che nell'immediato abbiamo evitato ogni contatto con le associazioni, come Africa Insieme, che chiedevano di incontrare i migranti. Inoltre questi ragazzi dopo la traversata non sentivano certo il bisogno di parlare con le persone".

Il primo gruppo di profughi sta bene. "Avevano solo qualche linea di febbre, ma dobbiamo considerare che erano 15 giorni che non mangiavano, non avevano dormito ed erano stressati da un viaggio così lungo - afferma ancora l'assessore Capuzzi - proprio l'altro giorno è stata disputata una partita di calcio a cui ha partecipato una rappresentativa di migranti: direi che le loro condizioni sono ottime, non c'è davvero alcuna preoccupazione al riguardo".
"Attualmente hanno tutti fatto la domanda per lo status di rifugiato e in attesa del parere della commissione hanno ricevuto il permesso di soggiorno temporaneo - spiega Giuseppe Cecchi, direttore della Società della Salute - sono già cominciati i corsi di italiano organizzati dall’Arci e per ogni ragazzo è stata stilata una scheda con le competenze e le capacità professionali in base alle quali avviare un percorso di formazione che permetta loro di rendersi autonomi".

Per quanto riguarda invece la seconda tranche di profughi, i 35 arrivati sabato sera, sono in corso di effettuazione i controlli sanitari. Tra loro anche due donne incinte, una delle quali ferita ad una gamba. Entrambe sono state accompagnate in ospedale per verificare le loro condizioni. Tutti, rispetto al primo gruppo, erano molto più disidratati.
In questo caso, sulla possibilità della presenza di malattie infettive, è l'assessore all'Integrazione della Provincia di Pisa Silvia Pagnin, che sta gestendo l'emergenza attraverso l'Istituzione Centro Nord - Sud, a rassicurare. "Il medico è venuto subito a visitare i migranti arrivati sabato, se ci fossero state malattie o infezioni importanti sarebbero state evidenti - afferma Pagnin - nessun allarme ebola".

Oggi è previsto intanto l'arrivo di altri 15 migranti, che completeranno così il gruppo dei 50 di questa nuova emergenza. "Sono dislocati in varie strutture del territorio provinciale, tra loro ci sono anche due coppie che vorremmo separare dal resto dei maschi - spiega ancora l'assessore Pagnin - per questo una volta che saranno arrivati gli ultimi 15, provvederemo probabilmente ad alcuni spostamenti".

All'appello mancano ancora tre profughi, che fanno parte del gruppo dei cinque che erano fuggiti subito dopo il loro sbarco in città. "Si tratta di tre nigeriani. Due sono invece immediatamente tornati, perchè si sono resi conto che da soli non avrebbero potuto farcela - commenta Pagnin - purtroppo in questo periodo gli sbarchi sono così numerosi che non c'è neppure il tempo di preparare i profughi prima del loro smistamento nel Paese. Per questo sono particolarmente impauriti e disorientati".
Così forse la fuga è sembrata l'unica soluzione possibile.

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