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Cronaca

Parco San Rossore: presentato il Progetto Integrato Territoriale pianura pisana

Sono 53 gli enti che, coordinati dall'Ente Parco capofila, concorrono al bando regionale per interventi di cura del territorio per un valore di circa 3 milioni di euro

Un Piano Integrato Territoriale da 3 milioni di euro. E' quello che l'Ente Parco Regionale di San Rossore ha presentato alla Regione Toscana sulla base del Bando multi misura sul Piano di Sviluppo Rurale, relativo ai PIT in scadenza il 15 marzo scorso. Il progetto, ideato e concertato dalla società di consulenza ambientale GreenGea snc di Pisa, è stato insieme ad un folto gruppo di enti, per un totale di 53 partecipanti.

Hanno aderito: Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno e del Consorzio 1 Toscana Nord; Autorità di Bacino pilota del Fiume Serchio; i Comuni di Pisa, Calci, San Giuliano Terme, Vecchiano, Vicopisano; venti aziende agricole e associazioni agricole professionali come Coldiretti; altri soggetti pubblici e privati. Oltre alla partecipazione della Scuola Sant’Anna (con l’Istituto Dirpolis), ci sono la Scuola Normale Superiore, l’Università di Pisa con il Dipartimento d’Ingegneria Avanzi e l’Università di Firenze con il Dipartimento di Architettura.

I PIT sono progetti che prevedono l'aggregazione di soggetti pubblici e privati mediante l'adesione ad un Accordo Territoriale finalizzato al miglioramento ambientale ed all'attuazione di strategie mirate alla mitigazione e all'adattamento ai cambiamenti climatici. Il progetto in questione punta ad individuare le caratteristiche specifiche del territorio e una conseguente organizzazione ottimale della gestione delle acque e delle infrastrutture per la loro gestione, considerando anche gli effetti positivi in termini di incremento della biodiversità ed i possibili benefici, anche economici, derivanti dalla riduzione delle emissioni di CO2.

Il progetto individua tre assi strategici sui quali si concentrano una parte significativa degli interventi e le attività di monitoraggio, finalizzate alla successiva divulgazione dei risultati e delle buone pratiche messe in atto:

- la fascia pedemontana da Vecchiano fino a Vicopisano (con una serie di interventi finalizzati alla prevenzione del dissesto idrogeologico ed al miglioramento della qualità delle acque circolanti nelle aree agricole);

- il tracciato del Fiume Morto (dalle sue sorgenti nel territorio di Calci, fino al mare) come corridoio ecologico fondamentale di collegamento tra il territorio dell’Area Protetta e l’ambito del Monte pisano;

- gli ambiti delle bonifiche (da Vecchiano ad Asciano, e fino a Coltano).

Lo scopo primario è la cura del territorio, fra tecniche tradizionali e adozione di nuove tecnologie. Tra le azioni innovative da citare quelle sulla fitodepurazione acque mediante l’uso di alghe (azione prevista alle idrovore sulla Barra nel Massaciuccoli) o l’uso di droni per l’agricoltura ecocompatibile o ancora l’uso di mezzi ad ultrasuoni per il contenimento dei danni da ungulati. Previste anche le sistemazioni delle reti idraulico-agrarie nei campi coltivati, la piantumazione di filari di siepi nelle zone agricole paesaggisticamente povere, interventi di ingegneria naturalistica, la realizzazione di nuove zone umide ed invasi, la recinzione di zone danneggiate dai selvatici e iniziative per la valorizzazione delle produzioni di qualità con azioni divulgative.

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