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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

"Decine di miniappartamenti alla ex caserma che doveva essere uno spazio pubblico"

Diritti in Comune annuncia l'esistenza di un progetto di recupero proposto dal privato per la caserma Curtatone e Montanara

C'è un progetto di recupero privato a Palazzo Gambacorti per la caserma Curtatone e Montanara di Pisa, la struttura ribattezzata 'Distretto 42' dagli attivisti che nel 2014 la occuparono. Un'esperienza che, sottolinea il gruppo consiliare 'Diritti in Comune', aveva rimesso al centro la necessità di riutilizzo pubblico del bene. "Oggi si appresta a divenire un’oasi infelice e inaccessibile, completamente privatizzata" denuncia la lista.

"L’opportunità persa dal partito Democratico di acquisire gratuitamente l’ex caserma e di restituire all’uso pubblico i 12mila metri quadrati stretti tra Piazza San Martino e via Giordano Bruno - dice Diritti in Comune - ha riaperto la porta alla svendita ai soggetti privati di investimento, e ora con la destra al Governo questa privatizzazione si completa disattendendo qualsiasi tipo di freno alla speculazione in difesa del bene comune".

"Poche settimane fa - scrive il gruppo composto da Una città in comune, Rifondazione Comunista e Pisa Possibile - siamo finalmente riusciti a sapere l’identità del nuovo proprietario dell’area, e solo oggi scopriamo che non solo è già stato presentato un piano di recupero, ma che su questo è già stato avviata una procedura di valutazione senza che il Consiglio Comunale fosse stato minimamente informato, figuriamoci la cittadinanza e il quartiere direttamente interessato".

"Siamo di fronte ad una totale privatizzazione dell’area, senza prevedere usi pubblici, arrivando persino a disattendere l’atto di indirizzo approvato in Consiglio Comunale nel 2017. In quel documento era infatti previsto di creare una nuova piazza pubblica accessibile da 3 punti (piazza san Martino, Via Giordano Bruno e Via Sancasciani) con servizi e attività fruibili da tutto il quartiere, e il mantenimento e la preservazione delle alberature del Parco Andrea Gallo. Nulla di questo, in nome ovviamente del profitto, nel piano di recupero. Il fondo di investimento propone di creare una piazza chiusa, sulla quale si affacciano decine di miniappartamenti (si parla di posti per 232 persone), con parcheggi privati e un unico servizio, un asilo nido privato rivolto ai soli residenti".

Questa prospettazione viene rigettata da Diritti in Comune: "E’ paradigmatico quanto sia scriteriato il piano proposto, visto che l’unico servizio è un asilo privato. Tanta è la necessità di profitto che si arriva addirittura a proporre una palazzina di 5 piani, di altezza ben superiore agli edifici circostanti e che andrebbe a imporsi dietro il profilo della Chiesa di San Martino. Non solo. Non sono neanche previste le isole ecologiche per questi nuovi edifici e si ipotizza di appoggiarsi a quelli esistenti con tutte le conseguenze che questo comporta. Scompare l’apertura su via San Martino, alla faccia della ricucitura urbanistica e degli spazi aperti. Ricordiamo anche che restano irrisolte tutte le criticità rispetto alle problematiche idrogeologiche dell’area, mentre Arpat ha chiaramente prescritto una bonifica del terreno che ancora è ben lontana dall’essere portata a termine. Impatto sulle risorse idriche, energetiche e di qualità dell’aria nella pratica sono ancora tutte da valutare, sebbene sia chiaro che l’area sia già satura e sia critico sia lo smaltimento dei rifiuti che la capacità di smaltimento della rete fognaria".

Proseguirà a chiedere chiarimenti Diritti in Comune, e intanto la lista chiede che "gli abitanti siano resi partecipi e vengano ascoltati sulle necessità del centro storico e in particolare degli abitanti del quartiere San Martino. Da parte nostra ci opporremo ad un progetto di privatizzazione inaccettabile che serve solo a garantire il profitto di soggetti privati".

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