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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Una nuova scuola in Senegal: da Pisa il sogno di Ibrahima

Un progetto che potrebbe diventare realtà per regalare un futuro diverso a tanti ragazzi africani. Partita la raccolta fondi

Da Pisa all'Africa per regalare un diritto che dovrebbe essere fondamentale e garantito a tutti i bambini del mondo: quello all'istruzione. E così il sogno di costruire una scuola in Senegal ha la possibilità di diventare realtà.
L’idea di Ibrahima Dieng, che lavora nello storico negozio pisano Cicli Papini sul lungarno, ha infatti incontrato l’architetto Marco Biondi, che si è reso disponibile a donare il progetto assieme allo Studio Galantini, Paolo Galantini, Anna Ochalek, Silvia Silvaroli.

Ibrahima è arrivato 18 anni fa a Pisa ed è stato adottato dalla città della Torre. Grazie ai titolari dello storico negozio si è regolarizzato ed ha comprato casa. Ibrahima ora pensa a chi è rimasto indietro, con la consapevolezza che spesso in Africa il diritto all’educazione è un autentico miraggio e quando sono presenti le scuole hanno strutture inidonee e precarie. Costruire una scuola in Africa vuol dire regalare prospettive nuove e diverse a bambini che spesso non hanno altra prospettiva che emigrare in cerca di futuro.

Giovedì scorso presso le Officine Garibaldi è stato presentato quella che è diventata più di un’idea, costruire un liceo a Gagnick, dove ci sono solo medie ed elementari.
"I bambini devono andare in città più grandi una volta arrivati ai 13-14 anni, ma lontani dai familiari non hanno neppure da mangiare, così smettono. Durante il mio ultimo viaggio il sindaco del mio paese mi aveva chiesto una mano. Io ho risposto che ci avrei provato, il popolo italiano è molto buono. Inoltre creare un complesso scolastico apre a nuove prospettive e dona un futuro diverso" sottolinea Ibrahima.

Il progetto tiene conto dei materiali locali, quali i mattoni crudi riducendo al minimo il calcestruzzo, che è un materiale economico, ma anche poco adatto alle temperature di quelle latitudini. Terra rossa africana quindi, al posto del calcestruzzo. Maggiore resistenza al calore, minore dispendio di energia e un favore al pianeta: il cemento rappresenta l'8% delle emissioni globali di gas serra. La terra crea un'elevatissima resistenza al suono e al calore. Quando le temperature in Senegal salgono, le costruzioni in cemento si salvano grazie all'aria condizionata. E inquinano. Invece, l'esperienza delle costruzioni in terra, ha dimostrato che si può far calare naturalmente la temperatura di anche 6°.
Inoltre la scuola è fatta con un doppio tetto che serve a proteggere dal caldo e dalle piogge e un sistema di ventilazione naturale.

"Cinque gli edifici, 8 le aule previste apribili e che possono quindi ospitare anche 50 alunni, ci saranno laboratori, sala computer e spazi comuni, al centro del progetto un volume che accoglierà la biblioteca che sarà aperta a tutta la comunità del paese e non solo agli studenti, perché la scuola dovrà avere la massima permeabilità con il paese e i suoi abitanti per incentivare la caratteristica sociale del progetto" spiega Ibrahima Dieng.
Il progetto è stato sposato e incentivato da tanti sostenitori: la Caritas con don Emanuele, la Cisl, la Cgil, la Chiesa Valdese, Rita Luchi, l’ex Ispettore Micheletta e Cecchini cuore con Fabrizio Bonino che è già stato in Africa per insegnare a usare i defibrillatori regalati tramite la onlus e con il sostegno del quotidiano La Nazione.

Nella giornata erano presenti anche Federico Oliveri che organizzerà una raccolta fondi online e farà da ponte con l’università, il presidente Casto (Mbaye Ndiouck) e l’ex presidente (Embaye Diop), quello della comunità senegalese a Pisa (Abdoulahat Pene).
Anche la Provincia di Pisa, con il presidente Massimiliano Angori, si è resa disponibile a supportare l’iniziativa. L’iban per donare è: IT80G0306914010100000008926, intestato a Chiesa evangelica valdese di Pisa, causale 'Scuola in Senegal'.

La presentazione del progetto della nuova scuola in Senegal

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