Carcere Don Bosco: la protesta va avanti con qualche malore
La stanchezza e il digiuno cominciano a farsi sentire per i componenti del presidio che domenica hanno spiegato anche all'arcivescovo i motivi del loro malcontento
E' proseguita anche ieri, nonostante la giornata di festa, la protesta della Polizia Penitenziaria del carcere di Pisa dopo il trasferimento del direttore e del comandante, dovuto secondo i sindacati all'evasione di due detenuti avvenuta qualche settimana fa. A questo si aggiunge la situazione al collasso del Don Bosco con un numero enorme di detenuti e pochi agenti in servizio.
Molti colleghi anche di altri carceri, affermano in un comunicato congiunto le segreterie provinciali di Cgil-Cisl-Uil-Sappe-Osap-Sinappe, hanno manifestato la propria solidarietà a chi partecipa al presidio rinunciando ai pasti della mensa. L'arcivescovo di Pisa, presente ieri all'interno del carcere per la celebrazione della Santa Messa, ha dialogato con gli agenti. E mentre intanto lo stress e la stanchezza hanno costretto tre persone a dover ricorrere alle cure mediche, "solo l'amministrazione continua, imperterrita, con il suo assordante silenzio" scrivono i sindacati che sottolineano la volontà del personale del Don Bosco di portare avanti senza alcun timore la protesta per avere la giusta attenzione da parte dei vertici dell'amministrazione centrale.