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Cronaca Centro Storico / Piazza Vittorio Emanuele II

Tagli alle Camere di Commercio, a Pisa si alza la protesta: dipendenti contro Renzi

Un striscione appeso sulla facciata di Palazzo Affari in Piazza Vittorio Emanuele a rappresentare lo stato di agitazione dei lavoratori dell'ente camerale pisano: "Matteo, tu con chi stai veramente?"

L'onda della protesta dei dipendenti delle Camere di Commercio è arrivata nei giorni scorsi anche a Pisa, dove i lavoratori sono sul piede di guerra contro la riforma della pubblica amministrazione voluta dal premier Matteo Renzi, che prevede anche tagli nel sistema camerale italiano. Dopo aver deciso di dimezzare dal 2015 il contributo che le imprese versano ogni anno, l’esecutivo infatti ha previsto nel disegno di legge di riforma il passaggio del registro imprese appunto dagli enti camerali al ministero dello Sviluppo economico. Una vera e propria 'mazzata' se si pensa che il registro imprese, con i diritti di segreteria (per trasmissioni atti e visure), è di fatto l’unica fonte di reddito delle Camere insieme al diritto annuale.

Così sul Palazzo Affari, in Piazza Vittorio Emanuele, da alcuni giorni campeggia lo striscione che i dipendenti della Camera di Commercio di Pisa hanno portato alla manifestazione nazionale del 23 luglio scorso a Roma.

Sullo striscione si legge: @matteorenzi #lecameredicommercio stanno con le imprese Tu con chi stai veramente??

"Il messaggio che si è voluto portare a Roma, e che rappresenta il sentore di tutti i lavoratori del sistema camerale, è quello di voler smascherare il governo. Una iniziativa governativa piena di ombre e molto confusionale - affermano i dipendenti della Camera di Commercio pisana - sono notizie di oggi che il DL 90/2014 che prevedeva all'art. 28 la riduzione del 50% del diritto annuale versato dalle imprese sia stato emendato prevedendo una riduzione spalmata in tre anni (35% il 2015 – 40% il 2016 e 50% il 2017); ieri è stato presentato al Senato il DDL, dove all'art. 9 si parla di eliminazione del diritto annuale a carico delle imprese, di riduzione del numero delle camere sul territorio nazionale, di riduzione dei compiti e delle funzioni e di trasferimento del Registro delle Imprese al MISE".

"Difficile dare una spiegazione logica a questi due provvedimenti in antitesi tra loro. Nel primo si prevede una riduzione graduale fino al 50%, nel secondo una eliminazione totale del diritto camerale - evidenziano perplessi i lavoratori - il Governo a che gioco sta giocando? Per questo i lavoratori rivolgono quella domanda specifica a Renzi (tu con chi stai veramente??). Come dice un detto 'a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre si indovina'”.

>>> LA POSIZIONE DEI COBAS <<<

"E' di oggi un articolo su Repubblica on-line economia & finanza che ci dice che il re è nudo - fanno sapere ancora i lavoratori - il presidente di Confindustria Squinzi scrive il 7 aprile 2014 al presidente del consiglio Matteo Renzi esprimendo la presa di posizione – per niente velata - nei confronti delle Camere di Commercio. Il sistema industriale esprime: “profonda insoddisfazione nei confronti delle attività svolte dalle Camere di Commercio”, chiede: “intervento di riforma rapido, la riduzione dei costi per le imprese (vedi diritto annuale), di delimitare le funzioni delle Camere” e ...ciliegina sulla torta: “definitivo superamento del sistema camerale con conseguente riallocazione delle funzioni utili (es. Registro Imprese). Ora sappiamo con chi sta veramente Renzi!!".

Tra le varie iniziative intraprese all'interno dello stato di agitazione, c'è in atto un twitter storm quotidiano (#cameredicommercio) dove si rivendica il ruolo e l'efficienza dell'intero sistema camerale. "Hanno risposto/ritwittato: Bassanini, Passera, Realacci ….- concludono dall'ente camerale - di Matteo Renzi non c'è traccia".

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