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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Precari della ricerca: protesta contro il Ministro Fedeli sul futuro dell'Università

All'incontro previsto mercoledì mattina al Cinema Arsenale promosso da Andu alcuni ricercatori hanno contestato la Fedeli per le mancate stabilizzazioni

'Quale futuro per l'Università italiana?'. E' stato questo il titolo di un incontro che si è svolto stamani, 21 febbraio, al Cinema Arsenale di Pisa, promosso dall'Andu, l'Associazione Nazionale Docenti Universitari. Sono interventi docenti, studenti e personale delle università pisane, ed anche i candidati alle elezioni politiche Nicola Fratoianni (LeU), Emanuela Grifoni (PaP), Valeria Marrocco (M5S) ed il Ministro dell'Istruzione e candidata Pd al Senato Valeria Fedeli.

I precari del Cnr, già autori di diverse azioni di protesta, l'ultima nello scorso dicembre, hanno contestato la Fedeli per le mancate stabilizzazioni che sembravano possibili, poi invece molto ridotte rispetto le attese. "Rispetto agli 8800 precari degli enti di ricerca - scrivono in una nota i ricercatori, sostenuti dall'Unione Sindacale di Base - non ha speso un euro, stanziando invece 200 milioni per i dirigenti scolastici. La ministra che, con orgoglio, parla della firma di un contratto collettivo del pubblico impiego, come un importante risultato: 80 euro medi di aumento dopo 8 anni di blocco contrattuale. Contratto che Usb che non ha sottoscritto e che contesta radicalmente".

"Il precariato - prosegue la nota - caratterizza la condizione lavorativa di questo secolo, e gli enti pubblici di ricerca oramai funzionano grazie all'utilizzo massiccio di questa nuova 'peste' che infesta il mondo del lavoro. Le responsabilità sono chiare, della politica, dei governi e di alcuni presidenti degli enti. La nostra lotta non si fermerà fino a che gli 8800 precari di tutti gli enti non saranno stabilizzati".

La protesta si sposterà a Roma domani, 22 febbraio, con un presidio davanti al Ministero della Funzione Pubblica: "Per far sì che gli enti più avanzati siano il modello e non l'eccezione. Per combattere la gestione baronale. Per far rompere gli indugi ai presidenti che pavidamente indugiano nel dare il via alle stabilizzazioni. Noi non abbiamo alcun timore ad entrare in conflitto con i responsabili dello stato di disfacimento degli enti di ricerca e riteniamo che essere in piazza il 22 febbraio, a ridosso delle elezioni, non solo sia necessario, ma indispensabile per chi, come noi, vuole realizzare davvero la stabilizzazione di tutti i precari della ricerca".

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