Agitazione tra gli studenti: no al decreto sul diritto allo studio
Gli universitari pisani, così come quelli di altre città d'Italia, si sono mobilitati per protestare contro il provvedimento del Ministero dell'Istruzione: l'inasprimento dei criteri di merito e l'importo diminuito delle borse di studio nel mirino dei ragazzi
Uno striscione calato giù da una finestra della residenza universitaria Nettuno per dire no al decreto sul Diritto allo Studio: "No al decreto sul diritto allo studio. Tecnici borseggiatori". Giornata di mobilitazione studentesca a Pisa, così come in molte altre città d'Italia, contro il provvedimento del ministro Profumo. A far arrabbiare gli studenti sono in particolare tre misure previste nel decreto: l'inasprimento dei criteri di merito, la diminuzione dell'importo della singola borsa di studio e la differenziazione per macro-regioni del limite ISEE per accedere alle borse. Gli studenti definiscono il decreto "in linea con le politiche contro il sistema pubblico di diritto allo studio dell'ex Ministro Gelmini" e ne chiedono il ritiro, nonostante qualche aggiustamento adottato dallo stesso ministro dell'istruzione, che però non ha comunque convinto gli studenti.
Il volume di borse di studio erogate in Italia è già oggi inferiore alla media dei Paesi europei: siamo al di sotto del 10% di studenti borsisti sul totale della popolazione studentesca, contro il 25% della Francia e il 30% della Germania. "Chiediamo - proseguono gli studenti - alla Conferenza Stato-Regioni di rispedire al mittente il decreto: non è accettabile che un tema così importante per il nostro futuro sia trattato frettolosamente a Camere sciolte e che si intervenga per diminuire la qualità e la quantità dei servizi garantiti a studenti incapaci di sostenere gli studi universitari con le proprie risorse".
Le mobilitazioni degli studenti continuano con altri appuntamenti in programma, a partire dalle assemblee di stasera nella case dello studente Fascetti e Praticelli.