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Cronaca

Università, Pisa tra gli atenei italiani migliori al mondo: scalate 55 posizioni

Sono stati resi i noti i dati del QS World University Rankings, la classifica che individua le migliori università del mondo. Tra gli italiani primo in classifica l'Ateneo bolognese, Pisa raggiunge la 259ª posizione

Guadagna ben 55 posizioni l'Università di Pisa nel QS World University Rankings 2013/2014, la classifica che da anni individua le migliori università del mondo e che quest'anno include 800 atenei, cento in più dello scorso anno. Nel 2012 l'Ateneo pisano ricopriva la posizione numero 314, mentre nel 2013 raggiunge la 259ª.

Al primo posto della classifica mondiale resiste lo statunitense Mit e al secondo si piazza un'altra università americana, Harvard, che strappa la casella a Cambridge che slitta invece al terzo posto. Per trovare un ateneo italiano bisogna scorrere la graduatoria fino al 188° posto dove si colloca l'ateneo di Bologna che, comunque, rispetto al 2012, guadagna sei posizioni. Seguono la Sapienza di Roma che avanza di venti caselle (dal 216° posto al 196°) e il Politecnico di Milano che risale dal 244° al 230° posto, confermando la tendenza di generale miglioramento delle università italiane.

Ventisei in tutto le università italiane incluse nella classifica, con quattro new entry: Milano Bicocca, Roma Tre, l'università di Brescia e quella di Verona. I miglioramenti più significativi sono riscontrabili in due criteri dei sei che compongono la ricerca (reputazione accademica, reputazione presso i datori di lavoro, proporzione tra corpo docenti e studenti, citazioni per docente/ricercatore, studenti internazionali e docenti internazionali): quelli che misurano attraverso un sondaggio globale, l'opinione degli accademici (62.094 partecipanti) e dei datori di lavoro/recruiters internazionali (27.957 partecipanti). Cresce soprattutto l'impatto della ricerca dei top atenei italiani in classifica: l'Università di Bologna, La Sapienza, il Politecnico di Milano e l'Università di Pisa. Quattordici delle 26 università italiane in classifica hanno mantenuto o migliorato il punteggio in questo importante indicatore (citation per faculty), un risultato positivo, fa notare Qs, per un paese che investe solo circa l' 1% del PIL nella ricerca. "Nonostante la crisi economica, l'Italia - commenta Ben Sowter, a capo dell'unità di ricerca di Qs - é un paese dove esistono eccellenze straordinarie nell'ambito dell'insegnamento e della ricerca universitaria. Per essere fortemente competitiva l'Italia deve dotarsi di un sistema paese che sostenga la genialità e il talento, incrementi e razionalizzi gli investimenti nella ricerca e concentri le risorse in pochi e selezionati poli di eccellenza, come avviene Inghilterra, Francia, Germania e in Cina. Il capitale umano - aggiunge - è la vera ricchezza del Paese, che sta perdendo una generazione di ricercatori per la scarsità delle risorse e la precarietà dei percorsi di carriera. L'Italia deve creare le condizioni per fermare la fuga di cervelli, far rientrare quelli che sono emigrati e per attrarne anche da altri paesi. I risultati incoraggianti della nostra classifica indicano che la formazione e la ricerca made in Italy può ambire a una maggiore visibilità internazionale, con ricadute positive sull'economia e la competitività del Paese".

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