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Cronaca

Ambiente ed integrazione, Fiume Morto: 1,5 tonnellate di rifiuti raccolti per 500 metri di spiaggia

E' il frutto del duro lavoro degli studenti dell'Itis Leonardo Da Vinci di Pisa e dei migranti del centro San Jacopo della Croce Rossa di San Giuliano, sotto direzione di Legambiente e Consorzio 4 Basso Valdarno

Una lunga giornata di pulizia, con un valore sociale oltre che ambientale. Il 16 maggio scorso, alla foce armata del Fiume Morto, 46 studenti e 46 migranti si sono ritrovati per salvare la spiaggia dai rifiuti che infestano l'area protetta del Parco di San Rossore. Nell'arco di circa 6 ore, dalle 9 alle 15, lungo 500 metri di battigia e sabbia, fra tronchi e detriti, sono state raccolte quasi 1,5 tonnelate di materiale, per il 90% plastica deteriorata.

L'iniziativa è partita dal Consorzio 4 Basso Valdarno ed ha visto la partecipazione delle classi III, IV e V BTA dell'Itis Leonardo da Vinci di Pisa e dei migranti ospitati dalla Croce Rossa nel centro di San Jacopo a San Giuliano Terme. Partner esecutivo del progetto Legambiente. Geofor ha messo a disposizione il mezzo di raccolta, guanti e sacchini, oltre ad occuparsi dello smaltimento. "E' un intervento - spiega il presidente del Consorzio Marco Monaco - che in realtà parte da lontano. Due anni fa si realizzò con 500mila euro, il 90% di essi provenienti dalla Regione Toscana e il resto dai Comuni di Pisa e Vecchiano, la risistemazione degli argini. Allora vidi lo scempio ambientale dell'area. A febbraio di quest'anno ho avuto l'occasione di parlare con Legambiente e l'ente Parco, per arrivare fino all'evento del 16 maggio nell'ottica di integrazione dei migranti. Un successo sotto tutti i punti di vista".

La responsabile Legambiente del progetto Roberta Timpani mette in guarda: "I nostri mari sono sotto attacco. Se ne parla sempre in questo periodo, poi finisce l'estate e si dimentica. Si sta compromettendo la capacità della natura di recuperae i danni che facciamo, dobbiamo agire adesso, ne va della nostra stessa salute. Ad esempio la grande maggioranza del rifiuto raccolto è plastica in disfacimento, che diventa microplastica che viene ad esempio ingerita dalla fauna e rientra nella catena alimentare. L'acqua marina copre il 75% della superficie terrestre e solo l'1% è protetta, a fronte del 12% delle terre emerse. Per questo insistiamo su iniziative concrete e di sensibilizzazione, come la prossima che faremo a Marina di Vecchiano a La Bufalina, il prossimo 26 maggio, con il liceo artistico Porta Romana di Firenze ed i migranti della Misericordia di Camaiore".

Studenti e migranti puliscono la foce del Fiume Morto

A spiegare l'origine del progetto che vede coinvolto l'Itis è il professor Cini, che insegna presso la scuola Chimica analitica: "E' stata la giornata finale del progetto sulla catalogazione dei rifiuti spiaggiati portato avanti con Legambiente, con un sopralluogo fatti uno a gennaio ed un altro a Tirrenia. I ragazzi hanno verificato che, a differenza di quest'ultima zona dove si pulisce più spesso, paradossalmente nell'area protetta c'erano tantissimi pezzi di plastica in più, anche difficili da raccogliere. Il progetto poi si articola con il sistema dell'alternanza scuola-lavoro, con gli studenti che simulano la realizzazione di un'impresa per costruire percorsi di guide ambientali che proporremo per l'anno prossimo come didattica, e per partecipare ad eventi a carattere ambientale. Fare in prima persona sensibilizzazione in sostanza. Realizzare la raccolta insieme ai migranti è stata poi un'esperienza importante, è compito nostro promuovere soluzioni ai problemi di questo tipo".

E proprio sul tema educativo si è soffermato il presidente del Parco Giovanni Maffei Cardellini: "Grazie intanto ai protagonisti, è stata un'iniziativa dai valori assoluti. Io mi soffermo su un aspetto: l'educazione. Al Parco è richiesto di non essere sostenitore del 'no' ma di aprirsi, eppure è lui ad essere trattato male. Troviamo in tante zone cattivi comportamenti dei visitatori, casi dove ad esempio i rifiuti vengono gettati oltre le staccionate, con i cestini vicino. Ricordo che su 20mila ettari abbiamo 10 guardie. Solo l'educazione e l'organizzazione salveranno il Parco".

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